La consulenza scientifica al Parlamento: il caso del 5G

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 30 ottobre 2020]

Non potrebbe apparire più urgente che in questo momento storico la necessità di strutture e processi che garantiscano l’accesso dei politici alla conoscenza scientifica e tecnologica, soprattutto quando questa è in evoluzione e presenta aspetti su cui non c’è consenso unanime fra gli esperti.

Proprio di questa necessità abbiamo discusso (Chiara Sabelli e Luca Carra) durante il dibattito ‘5G in Parlamento. Il ruolo della conoscenza scientifica’, organizzato all’interno del Festival della Scienza di Genova, quest’anno dedicato al tema ‘Onde’.

Il caso della tecnologia 5G è particolarmente ricco di spunti e ci ha permesso di confrontare l’esperienza del Parlamento italiano con quella del Parlamento britannico, grazie alla testimonianza di Lorna Christie, consulente presso il Parliamentary Office for Science and Technology (POST), l’ufficio di consulenza scientifica al servizio del Parlamento britannico da oltre 30 anni, e autrice del documento pubblicato dal POST sul 5G. Il dibattito ha inoltre beneficiato del contributo di tre scienziati, Alessandro Armando dell’Università di Genova, Angela Benedetti dello European Center for Medium-Range Weather Forecasts e Alessandro Vittorio Polichetti dell’Istituto Superiore di Sanità, che ci hanno permesso di capire la complessità di alcuni rischi posti dallo sviluppo della nuova generazione di comunicazioni mobili e dunque di apprezzare la portata della sfida normativa e politica che i Parlamenti di tutto il mondo stanno affrontando. Continua a leggere La consulenza scientifica al Parlamento: il caso del 5G

A che punto siamo con il 5G?

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 5 ottobre 2020]

Mercoledì il segretario di stato americano Mike Pompeo è arrivato a Roma e ha incontrato il primo ministro Giuseppe Conte e il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Al centro dei due colloqui la posizione italiana sull’impiego di componenti elettroniche del colosso cinese Huawei nella costruzione della rete di telecomunicazioni mobile di ultima generazione. Conte e Di Maio hanno rassicurato Pompeo: l’Italia si allineerà all’Unione Europea, mettendo al centro delle sue scelte la sicurezza nazionale e comunitaria.

A luglio la Commissione Europea aveva richiamato gli Stati membri a diversificare i fornitori della filiera 5G, pochi giorni dopo l’annuncio del governo inglese che ha imposto il divieto di utilizzo della tecnologia Huawei nella parte core della rete e un limite del 35% sul suo impiego nelle parti periferiche.

Intanto diversi Paesi europei stanno lanciando la rete 5G servendosi di componenti della svedese Ericcson che commercializza stazioni radio base già abilitate per la trasmissione 5G dal 2015. Tuttavia uno studio ha recentemente stimato che un bando alle componenti Huawei comporterebbe in Italia un aumento dei costi di costruzione della rete del 19%, ovvero quasi 300 milioni di euro in più ogni anno per dieci anni (lo studio, bisogna dirlo, è stato realizzato dalla società Oxford Economics su commissione di Huawei stessa).

Il bando a Huawei si inserisce in un dibattito più ampio sui rischi che la quinta generazione di comunicazioni mobili avrà in termini di sicurezza, sia personale che collettiva. Le Monde ha raccolto le voci che sembrano circolare maggiormente sul 5G classificandole in ‘vero’, ‘falso’ e ‘non si sa’. Molte di queste riguardano gli effetti sulla salute umana, l’argomento che senz’altro desta la maggiore preoccupazione tra i cittadini. I quesiti a cui Le Monde prova a dare una risposta possono essere raggruppati in tre categorie: rischi per la salute, rischi per la sicurezza e rischi per l’ambiente, tra cui spicca quello per l’accuratezza delle previsioni meteorologiche.

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Parte l’appello Scienza in Parlamento

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 2 aprile 2019]

Come portare la Scienza in Parlamento

Un gruppo di giovani ricercatori e giornalisti scientifici lancia oggi l’appello #ScienzaInParlamento – La Scienza al servizio della Democrazia, per chiedere la costituzione di un ufficio di consulenza scientifica a supporto dell’attività legislativa del nostro Paese. L’iniziativa è già stata sottoscritta da personalità di peso del mondo della ricerca che condividono l’importanza di mettere a disposizione dei deputati e dei senatori le migliori conoscenze esistenti su alcuni temi di natura` scientifica e tecnologica che sono fondamentali per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. È cruciale però che queste conoscenze siano trasmesse in modo funzionale, fruibile e al momento giusto cosicché i politici possano trarne beneficio. Per questo la proposta è quella di costituire una struttura che faccia da intermediaria tra gli esperti e i parlamentari, rimanendo dunque indipendente e traducendo il linguaggio, spesso troppo tecnico, della scienza. Soprattutto, deve essere in grado di restituire la complessità di alcune questioni per permettere ai nostri rappresentanti di prendere decisioni informate ed equilibrate.

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Sapresti riconoscere una fake-news?

[originariamente pubblicato su Scienza in rete, 19 aprile 2017]

Nel 2016 post-truth è stata eletta parola dell’anno dall’Oxford Dictionary, battendo in finale, tra le altre, Brexiteer (persona che sostiene la Brexit), chatbot (un programma che simula conversazioni con utenti umani soprattutto online) e Latinx (persona di origine Latino-Americana). Secondo l’Oxford Dictionary post-truth è l’aggettivo che si riferisce a circostanze in cui i “fatti oggettivi” giocano un ruolo secondario nell’orientare l’opinione pubblica rispetto alle emozioni e alle convinzioni personali.

Il Macquaire Dictionary, il parente australiano dell’Oxford Dictionary, ha scelto invece fake news, che ha prevalso in finale su enby (persona che non si identifica né con una femmina né con un maschio) e halal-snack pack (un panino contenente patate, formaggio gratinanto e carne halal). La definizione di fake news data dal Macquire Dictionary recita “disinformation and hoaxes published on websites for political puroposes or to drive web traffic, the incorrect informartion being passed along by social media”.

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