Cosa dice il Digital Services Act approvato dal Parlamento europeo

[pubblicato su Scienza in rete il 30 aprile 2022]

All’alba di sabato 23 aprile il Parlamento europeo insieme al Consiglio dell’Unione Europea ha pubblicato il suo rapporto sul Digital Services Act (DSA), il regolamento proposto un anno fa dalla Commissione europea per regolare i servizi digitali che agiscono come intermediari tra i cittadini dell’Unione e prodotti, contenuti o servizi. Si tratta delle piattaforme per gli acquisti online, dei social network o dei motori di ricerca. Nell’ambito del DSA rientra anche l’utilizzo di algoritmi da parte delle istituzioni pubbliche, come forze dell’ordine, tribunali, amministrazioni e servizi sanitari.

«Insieme a Dragoş Tudorache abbiamo lavorato per inserire nella bozza i punti su cui c’era già un forte accordo», ha dichiarato Brando Benifei, europarlamentare del Partito Democratico durante l’AI summit organizzato da POLITICO poche ore prima che il documento venisse pubblicato. Benifei è relatore della proposta di regolamento insieme all’eurodeputato rumeno Tudorache del gruppo liberale Renew Europe.

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Letture per il finesettimana #42

Buon sabato,
questa settimana parliamo di armi e violenza, della prima mappa dettagliata dell’interno di Marte, di come la provenienza geografica viene tenuta in considerazione negli algoritmi sanitari, di big data nei paesi a basso e medio reddito, del database di strutture tridimensionali di proteine pubblicato dalla società londinese DeepMind e diamo gli ultimi aggiornamenti su Covid-19.
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1 Dal 2019 negli Stati Uniti 25 milioni di dollari all’anno per la ricerca sulla violenza collegata alle armi da fuoco
Le armi da fuoco sono tra le prime 20 cause di morte negli Stati Uniti. Due terzi delle morti causate dalle armi da fuoco sono suicidi. Eppure, tra il 1996 al 2019 le due maggiori agenzie di salute pubblica, NIH e CDC, avevano visto quasi azzerarsi il budget dedicato alla ricerca su questo tema. La strage alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut nel 2012, dove persero la vita venti bambini sei insegnanti, cambiò le cose e il Congresso cominciò a lavorare per ripristinare i fondi. Come risultato negli ultimi due anni NIH e CDC hanno avuto un budget di 12,5 milioni di dollari ciascuno per finanziare ricerche sull’impatto che le politiche di controllo delle armi potrebbero avere sul numero di morti e incidenti non fatali e anche per raccogliere più statistiche. Ad aprile il presidente Biden ha chiesto che questi fondi vengano raddoppiati [Nature]

2 La prima mappa dettagliata della struttura interna di Marte
In tre articoli pubblicati giovedì sulla rivista Science il gruppo di ricercatori del Seismic Experiment for Interior Structures ha dettagliato come è stato possibile sfruttare i segnali sismici raccolti dalla missione InSight della NASA su Marte per dedurre la struttura interna del pianeta, che potrebbe dare informazioni importanti sulla sua nascita ed evoluzione. La prima osservazione importante ha riguardato il nucleo, che ha dimensioni maggiori di quelle stimate finora e simili a quello della Terra. Appare però molto meno denso e dunque i ricercatori ipotizzano che contenga anche un’importante frazione di elementi chimici leggeri. Questo potrebbe suggerire che Marte si sia formato a grande distanza dal Sole e prima della Terra. La seconda osservazione importante riguarda invece il mantello di Marte, lo strato tra il nucleo e la parte più esterna (la crosta). Il mantello marziano sarebbe infatti più sottile di quanto si pensava e mancherebbe di una parte isolante costituita da un minerale chiamato bridgmanite. Questo potrebbe spiegare il rapido raffreddamento del pianeta e lo spegnimento del suo campo magnetico, che ha lasciato Marte senza protezione dalla radiazione ionizzante che proviene dallo spazio [Le Monde]

3 Come si considera l’origine geografica dei pazienti negli algoritmi sanitari?
Sono ormai diversi gli algoritmi impiegati in ambito sanitario che tengono conto dell’origine geografica dei pazienti. Un esempio è il sistema messo a punto da un gruppo di pediatri dell’Università di Pittsburgh che aiuta i medici a decidere se è opportuno prelevare con un catetere un campione di urina in bambini sotto i due anni per diagnosticare infezioni del tratto urinario. La procedura è fastidiosa e queste infezioni sono relativamente rare. L’algoritmo calcola la probabilità di una simile infezione in base a una serie di dati, tra cui la temperatura corporea, il sesso e anche il colore della pelle. Studi precedenti hanno infatti mostrato che i bambini neri incorrono in questa patologia meno frequentemente di quelli bianchi. Tuttavia, nell’ultimo anno si è aperto un dibattito su quale sia il modo migliore per includere l’origine geografica dei pazienti in questi algoritmi. Il rischio è infatti quello di aumentare le disuguaglianze tra bianchi e neri nell’accesso alle cure [Science]

4 I paesi a basso e medio reddito non hanno gli strumenti di analisi dei big data. Ecco come recuperare
La capacità di raccogliere e apprendere da grandi quantità di dati è stato uno dei principali motori dell’innovazione negli ultimi decenni. Tuttavia, la capacità di selezionare dati significativi, ricavarne informazioni e trasformare tali informazioni in interventi efficaci non è distribuita uniformemente in tutto il mondo. Dal 2012 il Laboratory for Interdisciplinary Statistical Analysis della University of Colorado Boulder ha costruito una rete di laboratori di statistica in oltre dieci paesi in via di sviluppo, tra cui Nigeria, Brasile, Etiopia, Gana, Pakistan, Kenya. Si tratta di centri accademici che formano giovani ricercatori a collaborare su progetti locali [The Conversation]

5 DeepMind ha pubblicato la struttura di oltre 350 000 proteine, 250 000 erano finora sconosciute
Dopo aver pubblicato, la scorsa settimana, i dettagli dell’algoritmo che aveva vinto la competizione CASP14 a dicembre scorso, insieme al codice, giovedì la società londinese ha condiviso un archivio contenente la forma tridimensionale di 350 000 proteine, tutte le proteine espresse dal genoma umano e da altri 20 organismi viventi, tra cui il topo, il moscerino della frutta e il batterio Escherichia Coli. 250 000 di queste strutture non erano finora state misurate sperimentalmente. Al cuore dell’algoritmo di DeepMind, chiamato AlphaFold2, c’è una rete neurale profonda. La condivisione di questi risultati, e la possibilità di prevedere in poche ore nuove strutture su richiesta, promette di rivoluzionare il campo della ricerca biomedica [The New York Times]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Il carico virale delle persone infettate con la variante Delta è circa 1 000 volte quello di chi si infettava con il virus originale, ecco perché è così trasmissibile [Nature]
×  Due dosi di vaccino, AstraZeneca e Pfizer-BioNTech, sono altamente efficaci anche contro la Delta. Questi i risultati di uno studio condotto da Public Health England [The New England Journal of Medicine]
×  Le infezioni postvaccinali sono rare ma possibili, e aumentano con l’incidenza del contagio e con la copertura vaccinale [The New York Times]
×  La app per il tracciamento digitale dei contatti è molto utilizzata nel Regno Unito. Ora pare che ci siano un milione e mezzo di cittadini in isolamento perché entrati in contatto con un caso positivo [The Guardian]
×  Chi non si vaccina non è necessariamente antivaccinista [The Atlantic]
×  L’incidenza del contagio in Italia nella settimana tra il 16 e il 22 luglio è raddoppiata rispetto a quella della settimana precedente, raggiungendo 41 nuovi casi diagnosticati ogni 100 000 abitanti. Sardegna (83), Lazio e Veneto (69) sono sopra la soglia di 50 ogni 100 000 abitanti ma non passano in zona gialla per via delle nuove regole introdotte questa settimana che richiedono anche che almeno uno dei tassi di occupazione dei reparti ordinari e intensivi siano sopra le soglie critiche fissate a 15% e 10%, rispettivamente [Ministero della Salute]
×  L’indice di riproduzione netta del contagio è a 1,26 (range 0,96– 1,62), aumenta la prevalenza della variante Delta che è ora dominante nel paese (la prossima settimana arriveranno i risultati dell’indagine rapida condotta questa settimana) [Istituto Superiore di Sanità]
×  Nel frattempo, il Governo ha deciso che dal 6 agosto in Italia sarà richiesto di esibire un certificato digitale per consumare al tavolo in bar e ristoranti ed entrare in musei, stadi e teatri. Il certificato si ottiene con una singola dose di vaccino, un test negativo nelle 48 ore precedenti o la guarigione da Covid-19 nei sei mesi precedenti [The Guardian]

Diritti LGBTQ+ nel mondo scientifico: intervista ad Alfredo Carpineti

[pubblicato su Scienza in rete il 9 luglio 2021]

Qualche settimana fa, una delle nostre autrici ci ha chiesto di aggiungere al suo profilo i suoi pronomi di genere, “she/her”. Si tratta di Katinka Bellomo, ricercatrice del Politecnico di Torino, che ha scritto per noi un articolo su una recente ricerca che ha coordinato riguardo alle sorgenti dell’incertezza sulle previsioni del clima in Europa. «Normalizzare l’uso dei pronomi di genere in ogni tipo di interazione sociale permette a tutte le persone di poter dichiarare la propria identità di genere, che non sempre corrisponde al sesso biologico assegnato alla nascita, senza imbarazzo o paura di ritorsioni», spiega Bellomo. «Inoltre, credo che l’uso dei pronomi aiuti ad abbattere gli stereotipi di genere e dunque diminuire la pressione a conformarsi ad essi. Per esempio, intraprendere una carriera piuttosto che un’altra, desiderare o meno di avere una famiglia, o semplicemente come vestirsi ogni mattina. Se si slegassero queste scelte di vita dal sesso biologico, ci sarebbe più uguaglianza», aggiunge.

Dalla sua richiesta è nato un confronto interno alla redazione riguardo all’attenzione che diamo ai temi della discriminazione di genere e dei diritti LGBTQ+. Se da una parte siamo attenti a usare un linguaggio che non discrimini le donne e le ricercatrici, non abbiamo mai parlato esplicitamente delle difficoltà che le persone della comunità LGBTQ+ incontrano in ambito accademico e in particolare nelle discipline dell’area STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Lo facciamo oggi intervistando Alfredo Carpineti, astrofisico, giornalista scientificopodcaster e fondatore dell’associazione britannica Pride In STEM.

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Letture per il finesettimana #31

[pubblicato su Scienza in rete il 10 maggio 2021]

Buon lunedì,
questa settimana parliamo dei fossili di Neanderthal trovati al Circeo, delle ondate di calore negli oceani, di Chernobyl, di xkcd e le pubblicazioni scientifiche, della sorveglianza sugli Uiguri e diamo gli ultimi aggiornamenti su Covid-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Ritrovati i resti fossili di nove Neanderthal in una grotta a San Felice Circeo
Si tratta della grotta Guattari, vicina a quello che un tempo fu l’Hotel Guattari, dove nel 1939 alcuni operai scoprirono per caso i resti di un cranio di Neanderthal con un foro su una tempia. È tutt’oggi uno dei crani di Neanderthal meglio conservati al mondo. Al momento della sua scoperta, il paleontologo Alberto Carlo Blanc ipotizzò che il foro indicasse che gli ominidi praticavano il cannibalismo rituale. Ma il nuovo ritrovamento, da parte della soprintendenza archeologica delle province di Latina e Frosinone in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, smonta definitivamente questa ipotesi: nella grotta sono stati infatti scoperti anche i resti di alcune iene che avrebbero mangiato le ossa dei Neanderthal, probabilmente morti per altre cause. L’amministrazione comunale ora vorrebbe acquistare il vecchio albergo in vendita per costruire un centro europeo per lo studio dei Neanderthal [The New York Times]

2 Le onde di calore marine sono sempre più frequenti e durano più a lungo
Ancora non c’è una definizione chiara, ma gli scienziati sono d’accordo che un aumento della temperatura degli strati superficiali delle acque è alla base di una serie di eventi osservati negli ultimi decenni in cui la fauna marina di alcune zone è stata devastata. Nel 2011 le coste dell’Australia occidentale vennero invase da pesci morti. Dal 2013 al 2016 le acque dell’Oceano Pacifico vicino alla costa occidentale del Nord America vennero colpite da un’ondata di calore, che fece morire prima il fitoplancton, poi i salmoni reali e infine gli uccelli marini che se ne cibavano. È stato dimostrato che periodi prolungati di alta pressione e correnti marine profonde hanno causato diversi di questi fenomeni, ma è necessario proseguire gli studi, in particolare raccogliendo più dati su ciò che accade negli strati più profondi. Su una cosa concordano tutti gli esperti: il cambiamento climatico renderà le onde di calore marine sempre più frequenti e prolungate [Nature]

3 A Cherbobyl, reazioni nucleari covano sotto le macerie di uno dei reattori distrutti nell’incidente
Nel 2016, il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl venne coperto da una struttura ideata per confinare le radiazioni nucleari e proteggere le rovine dalla pioggia. L’acqua può infatti funzionare da moderatore di neutroni, cioè rallentarli, aumentando così la probabilità che possano innescare la reazione di fissione nucleare nell’uranio ancora presente nelle stanze più basse del reattore. Da allora i rilevatori che conteggiano i neutroni non avevano più riportato aumenti, fino a qualche tempo fa. I conteggi nella stanza 305/2 continuano infatti ad aumentare, seppure lentamente. L’ipotesi dei ricercatori dell’Institute for Safety Problems of Nuclear Power Plants di Kiev, ipotizzano che man mano che i materiali contenenti uranio si asciugano i neutroni diventano più efficaci nell’innescare le reazioni di fissione. Gestire questo problema non sarà facile, perché le radiazioni in quella zona sono troppo intense per permettere agli operatori di avvicinarsi a installare nuovi sensori. Un’idea è quella di costruire un robot che possa sopportare le radiazioni e possa inserire nei materiali contenenti uranio delle barre di carburo di boro che rallentino la fissione [Science]

4 Le vignette di xkcd hanno aperto il dibattito sulle pratiche della ricerca scientifica
Alla fine di aprile, Randall Munroe, l’ideatore e disegnatore del fumetto online satirico xkcd, ha pubblicato una striscia in cui elencava le domande che più spesso motivano le pubblicazioni scientifiche. In breve tempo, diversi gruppi hanno riadattato le vignette per descrivere la dinamica nella loro area scientifica, dall’epidemiologia alla sociologia. Il messaggio comune è che il sistema di incentivi che è stato costruito spinge a pubblicare con un ritmo elevatissimo, magari spezzettando in più articoli i risultati di un unico esperimento o esagerando le conclusioni degli studi. La pandemia di Covid-19 ha esacerbato questa tendenza [The Atlantic]

5 Una falla nel sistema operativo degli iPhone sfruttata dal governo cinese contro gli Uiguri
Dal 2018 gli hacker cinesi non possono più partecipare alle competizioni organizzate all’estero. Più o meno nello stesso periodo è stata istituita una competizione tutta cinese, la Tianfu Cup, e a novembre del 2018 si è tenuta la prima edizione. In quell’occasione la Tianfu Cup è stata assegnata a un hacker cinese che ha scoperto una vulnerabilità nel sistema operativo degli iPhone che poteva essere sfruttata dal browser Safari. Tuttavia, prima che Apple rendesse disponibile, a gennaio del 2019, l’aggiornamento del sistema per correggere la falla, il codice dell’hacking era finito nelle mani del governo cinese che lo aveva utilizzato per spiare la minoranza musulmana degli Uiguri, che sottopone da anni a torture, abusi e discriminazioni. A scoprirlo un team di Google nell’agosto del 2019 [MIT Technology Review]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Un terzo richiamo del vaccino di Moderna sembra essere efficace contro le varianti preoccupanti, quelle emerse in Sud Africa, B.1.351, e Brasile, P.1. Il richiamo ad hoc per la variante B.1.351 offre una protezione ancora maggiore contro questa variante. Si tratta dei risulti preliminari delle prime fasi degli studi clinici [The New York Times]
×  Uno studio condotto in Qatar, ha dimostrato che il vaccino di Pfizer/BioNTech è altamente efficace nell’evitare infezioni sintomatiche dovute alla variante B.1.351 [Nature]
×  Solidarity, lo studio clinico internazionale promosso dall’OMS, testerà tre nuovi farmaci sui pazienti ospedalizzati [Nature]
×  Il vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti viene percepito come vaccino di “serie B”. Per ricostruire la sua reputazione presso i cittadini, bisogna riconoscere i “difetti” del vaccino, non negarli, e dare ascolto alle preoccupazioni delle persone [The Atlantic]
×  La Germania somministrerà AstraZeneca a tutti gli adulti e non più solo agli over 60. Il Regno Unito, invece, offrirà un vaccino alternativo agli under 40 e non più solo agli under 30. Queste decisioni rispecchiano le diverse situazioni epidemiologiche dei due paesi [Reuters]
×  L’amministrazione Biden ha intenzione di avviare una negoziazione con la World Trade Organization per sospendere temporaneamente la proprietà intellettuale sui brevetti dei vaccini contro Covid-19 [Vox]
×  Dal summit di Porto i leader europei hanno risposto chiedendo a USA e Regno Unito di eliminare prima di tutto il blocco alle esportazione dei vaccini [Politico EU]
×  La campagna di test autosomministrati nei licei francesi dovrebbe partire il 10 maggio, ma in molti casi le scuole non hanno ancora ricevuto i kit [Le Monde]
×  Il ruolo dei test antigenici rapidi nel contenimento dell’epidemia: il caso della Slovacchia [Science] e quello del Regno Unito [The Lancet]

Letture per il finesettimana #30

[pubblicato su Scienza in rete il 1 maggio 2021]

Buon sabato,
questa settimana parliamo di software per il riconoscimento delle emozioni, dei determinanti sociali delle disuguaglianze di salute, del lago Urmia in Iran, del calcolo infinitesimale, di un nuovo e promettente vaccino contro la malaria e diamo gli ultimi aggiornamenti su Covid-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 I software per il riconoscimento delle emozioni sono basati su teorie scientifiche non consolidate
Oggi gli strumenti di riconoscimento delle emozioni a partire dalle espressioni facciali sono sfruttati nei sistemi di sicurezza nazionale e negli aeroporti, nell’istruzione e nella selezione del personale, nella diagnosi di malattie psichiatriche e nei programmi di polizia per prevedere la violenza. L’affermazione secondo cui lo stato interiore di una persona può essere valutato accuratamente analizzando il suo volto, si basa su prove traballanti. Una revisione sistematica della letteratura scientifica nel 2019, guidata dalla psicologa e neuroscienziata Lisa Feldman Barrett, ha rilevato che non ci sono prove affidabili che si possa prevedere con precisione lo stato emotivo di qualcuno a partire dai movimenti facciali. Un estratto del nuovo libro di Kate Crawford, “The Atlas of AI” [The Atlantic]

2 Le disuguaglianze sociali come determinanti di salute
Un recente studio ha mostrato che i lavoratori del settore agricolo e alimentare in California hanno avuto un rischio di morire di Covid-19 del 40% superiore rispetto alla popolazione generale dello stato. Tra quelli di origine sudamericana l’aumento di mortalità è stato del 60%, mentre per i lavoratori bianchi del 16%. Questa disparità è dovuta alle discriminazioni, i salari insufficienti, poche garanzie sul lavoro, disagio abitativo e difficoltà di accesso all’istruzione. La pandemia ha reso evidente ciò che si studia da anni: le disuguaglianze di salute hanno una componente sociale ed economica. Avrà anche offerto una motivazione sufficiente forte per provare ad affrontarla? Un reportage dalla San Joaquin Valley, a metà strada fra San Francisco e Sacramento [Nature]

3 Il grande lago Urmia in Iran è a rischio
Tra la fine degli anni ’90 e il 2013 il lago era passato da un volume d’acqua di 30 miliardi di litri a 500 milioni di litri a causa dello sfruttamento del bacino per l’irrigazione dei campi. Poi cinque anni di piogge intense hanno riportato i livelli dell’acqua a valori accettabili, e al ritorno dei fenicotteri. Ma potrebbe non durare a lungo senza un piano serio di investimenti e una conversione delle coltivazioni perché richiedano meno irrigazione [Science]

4 Il calcolo infinitesimale raccontato nell’ultimo libro di Steven Strogatz
Il matematico americano, che ospita anche un podcast chiamato “The Joy of x” per Quantamagazine, ha dedicato il suo ultimo libro al calcolo infinitesimale, o calcolo integrale o calcolo differenziale. L’autore non ha difficoltà a presentare questa tecnica come onnipresente nelle moderne tecnologie di calcolo, dall’imaging medico, alla geolocalizzazione, passando per la descrizione di un’epidemia. Tutti abbiamo avuto a che fare con il calcolo integrale senza saperlo [Le Monde]

5 Un nuovo vaccino contro la malaria si dimostra efficace al 77% in uno studio clinico di fase 2
Lo studio clinico è frutto di una collaborazione tra Oxford e la Clinical Research Unit of Nanoro, Burkina Faso e ha coinvolto bambini fra i 5 e i 17 mesi, con la somministrazione di due dosi e poi un terzo richiamo a un anno di distanza. Rispetto al precedente vaccino utilizzato, questo ha bisogno di una dose in meno ed è più efficace. Ogni hanno il parassita della malaria infetta centinaia di milioni di persone e ne uccide centinaia di migliaia, soprattutto bambini e donne incinte [Vox]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Coloro che si infettano a tre settimane dalla prima dose di Pfizer o AstraZeneca, hanno una probabilità dimezzata di contagiare le persone conviventi, rispetto ai non vaccinati. Un nuovo studio di Public Health England [BBC]
×  Da uno studio osservazionale di Public Health Scotland si è visto che a 4-5 settimane dalla prima dose, il vaccino Pfizer/BioNTech protegge dall’ospedalizzazione al 91% mentre quello di AstraZeneca all’88%. Questo risultato vale anche per gli over 80 per la combinazione dei due vaccini (preprint del 19 febbraio ora pubblicato su The Lancet) [The Lancet]
×  Una singola dose di Pfizer o AstraZeneca protegge dall’infezione sintomatica al 74% e anche asintomatica al 57%. Dopo due dosi di vaccino Pfizer l’efficacia contro infezioni sintomatiche e asintomatiche diventa del 90%. Uno studio realizzato dall’Università di Oxford che ha testato un gruppo di 370 000 persone [BBC]
×  La decisione della Commissione Europea di intraprendere un’azione legale contro AstraZeneca per i ritardi e i tagli alle consegne sembra indicare che il vaccino della società anglo-svedese non sarà più indispensabile per l’Europa a partire dalla seconda metà del 2021 [Le Monde]
×  L’improvviso aumento del contagio nelle ultime settimane in India mette in dubbio il bilancio ufficiale di 200 000 vittime, con più di 2 000 persone che muoiono ogni giorno. Le interviste dai luoghi di cremazione in tutto il paese, dove il fuoco non si spegne mai, descrivono una situazione che supera di gran lunga le cifre ufficiali [The New York Times]
×  I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi sollevano dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in specifiche circostanze [The New York Times]
×  L’agenzia del farmaco brasiliana non ha autorizzato il vaccino russo Sputnik V [Financial Times]

I modelli di linguaggio non devono limitarsi ad apprendere dai dati

[pubblicato su Scienza in rete il 17 aprile 2021]

La scorsa settimana, Samy Bengio, direttore del progetto Google Brain, ha annunciato le sue dimissioni. A fine aprile lascerà la società dopo 14 anni. La decisione di Bengio arriva dopo mesi turbolenti per Google, segnati dal licenziamento di Timnit Gebru e Margareth Mitchell, le due ricercatrici a capo del gruppo Ethical AI di Google, a causa di un articolo critico verso i modelli statistici di linguaggio basati su grandi quantità di dati e di parametri. Si tratta di sistemi già utilizzati in diverse tecnologie, come i motori di ricerca, gli assistenti vocali o i chat bot. L’articolo, scritto insieme Emily Bender e Angelina McMillan-Major, linguiste computazionali della University of Washington, è stato presentato un mese fa durante la conferenza Fairness Accountability and Transparency.

Abbiamo parlato con Dirk Hovy, professore associato all’Università Bocconi dove si occupa di linguistica computazionale con particolare attenzione verso gli impatti sociali dell’impiego dei cosiddetti large language modelDa settembre dello scorso anno Hovy è coordinatore del progetto INTEGRATOR, finanziato con uno Starting Grant dello European Research Council, e che ha l’obiettivo di integrare fattori demografici nei modelli di linguaggio naturale per mitigare il rischio che i contenuti generati siano discriminatori verso minoranze etnichedonne e persone con identità di genere non binaria, persone anziane e in generale gruppi sociali minoritari.

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Coded bias: sull’importanza dell’inclusività quando si progettano e impiegano gli algoritmi

[pubblicato su Scienza in rete il 10 aprile 2021]

“The more humans share with me, the more I learn”. Una voce metallica pronuncia questa frase all’inizio del documentario Coded Bias, diretto dalla regista Shalini Kantayya e disponibile su Netflix dal 5 aprile. Queste parole riassumono il messaggio centrale del documentario: gli algoritmi sono distorti soprattutto perché “apprendono” dagli esseri umani. Questo è particolarmente vero per i sistemi di machine learning, quelli che sottintendono al funzionamento dei motori di ricerca, dei social media, degli assistenti vocali e di molti altri strumenti tecnologici che usiamo quotidianamente.

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L’Europa propone un certificato verde digitale per vaccinati, guariti e negativi

[pubblicato su Scienza in rete il 21 marzo 2021]

Cercai invano un posto da contabile. Nel mese di giugno le attività commerciali si fermavano in quella regione. Tutti quelli che potevano permetterselo, lasciavano quel cimitero di febbre gialla. Assumere un giovane non acclimatato sarebbe stata una pessima decisione: o sarebbe morto oppure, molto probabilmente, lo avrebbe colpito una malattia devastante.

Così scriveva l’immigrato tedesco Gustav Dresel nel diario “Houston Journal: Adventures in North America and Texas, 1837-1841” riguardo ai suoi vani tentativi di trovare lavoro a New Orleans alla fine degli anni ’30 dell’Ottocento senza essere “acclimatato”, cioè senza essere sopravvissuto alla febbre gialla. Essere o meno acclimatati in quel periodo voleva dire trovare o non trovare lavoro, sposarsi o no e, per gli schiavi, valere di più o di meno. Come ha scritto la storica di Stanford Kathryn Olivarius quasi un anno fa sul New York Times, la richiesta di immunità alla febbre gialla non creò le disuguaglianze nella New Orleans di quel periodo, ma di certo le esasperò, spingendo addirittura alcuni a cercare di ammalarsi affollando abitazioni anguste, o saltando nel letto dove qualcuno era appena morto per via dell’infezione.

Le parole di Olivarius, sollecitate dal dibattito nato all’inizio della pandemia di COVID-19 riguardo la possibilità di istituire dei passaporti di immunità, ritornano interessanti in questi giorni.

Mercoledì la Commissione Europea ha proposto l’istituzione di un “certificato verde digitale” che permetta di spostarsi tra gli stati membri dell’Unione senza rispettare la quarantena all’arrivo. Il certificato potrà essere ottenuto dimostrando di cadere in uno tra questi tre casi: aver contratto il virus non più di sei mesi prima ed essere guariti, essere stati vaccinati oppure aver ottenuto un risultato negativo sottoponendosi a un test diagnostico (RT-PCR o antigenico rapido).

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Non per forza l’intelligenza artificiale deve promuovere le discriminazioni

[pubblicato su Domani il 20 marzo 2021]

Gli algoritmi sono sempre più diffusi in ambito medico e sanitario, ma il loro utilizzo rischia di replicare su vasta scala le disuguaglianze strutturali della nostra società. Raccogliere dati più rappresentativi delle minoranze e condurre analisi approfondite di questi sistemi è fondamentale e può renderli strumenti per mitigare la discriminazione

  • «I dati sono uno strumento per costruire il potere politico delle persone nere, e con potere politico intendo la capacità di influenzare le decisioni che hanno un impatto sulla propria vita». Queste le parole di Yeshimabeit Milner, fondatrice del gruppo Data For Black Lives, alla conferenza Fairness Accountability and Transparency.
  • «Algoritmi progettati male possono creare discriminazione ma se ben costruiti essi possono porre rimedio ai pregiudizi che hanno gli esseri umani», ha dichiarato Sendhil Mullainathan della Booth School of Business di Chicago.
  • Gli algoritmi di machine learning basano il loro funzionamento sui dati su cui vengono allenati e da cui apprendono. Per questo costruire campioni di dati che siano più rappresentativi delle minoranze è fondamentale per assicurarsi che questi algoritmi non replichino su vasta scala le disuguaglianze strutturali della società.

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L’immagine è di Ars Electronica / Flickr. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

Pappagalli stocastici e il potere delle big tech

[pubblicato su Scienza in rete il 12 marzo 2021]

Si è conclusa mercoledì la ACM Conference on Fairness, Accountability, and Transparency (FAccT), promossa dalla Association for Computing Machinery, durante la quale è stato presentato per la prima volta l’articolo “On the dangers of Stochastic Parrots”. L’articolo è all’origine del licenziamento delle ricercatrici Timnit Gebru prima e Margareth Mitchell poi da parte di Google, dove co-dirigevano il gruppo di etica e intelligenza artificiale.

I “pappagalli stocastici” cui si fa riferimento nel titolo, in inglese “stochastic parrots”, sono i cosiddetti large language models, i modelli statistici del linguaggio che si basano sull’apprendimento da grandi database di testi, presi prevalentemente da internet. Con questa espressione le autrici vogliono sottolineare che questi sistemi non hanno alcuna comprensione del significato delle parole o delle espressioni che generano, perché non sono costruiti per averlo, ma piuttosto individuano degli schemi verbali ricorrenti nei dati e li “ripetono”.

La notizia del licenziamento di Gebru il 3 dicembre ha avuto grande risalto nei media di tutto il mondo. Gebru infatti è una delle esponenti di maggior rilievo nel campo dell’etica dell’intelligenza artificiale, soprattutto riguardo ai diritti di inclusione delle minoranze e dei loro punti di vista nelle grandi società tecnologiche e nei sistemi di intelligenza artificiale che queste sviluppano. Gebru ha ottenuto nel 2017 un dottorato presso lo Stanford Artificial Intelligence Laboratory. La sua tesi è culminata in una pubblicazione sui Proceedings of the National Academy of Sciences in cui viene mostrato come l’analisi automatizzata delle immagini delle auto parcheggiate fuori dalle abitazioni in diversi quartieri delle città americane, raccolte da Google Street View, permetta di fare inferenze sulla loro composizione demografica e orientamento politico. Successivamente ha lavorato nel gruppo Fairness Transparency Accountability and Ethics in AI di Microsoft Research, ha fondato il gruppo Black in AI, che si impegna a favorire l’ingresso di studenti e ricercatori neri nel campo dell’intelligenza artificiale, ha promosso iniziative di formazione nel campo del machine learning nelle scuole superiori e nelle università africane, in particolare in Etiopia, il suo paese di origine, partecipando ad Addis Coder. Nel 2018 Gebru ha collaborato con Joy Buolamwini, allora studente di dottorato all’MIT media lab, al progetto Gender Shades, che ha mostrato come i sistemi di riconoscimento facciale sviluppati dalle maggiori società tecnologiche fatichino molto a identificare i volti di donne nere, mentre non hanno problemi con gli uomini bianchi (il motivo è che gli archivi di immagini su cui vengono allenati contengono più volti di uomini bianchi che di donne nere). Il progetto è stato raccontato nel documentario Coded Bias, uscito negli Stati Uniti nel settembre del 2020.

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