Letture per il finesettimana #28

[pubblicato su Scienza in rete il 16 aprile 2021]

Buon venerdì,
questa settimana parliamo del linguaggio della scienza, della regolamentazione UE sull’intelligenza artificiale, dello sversamento nell’Oceano Pacifico dell’acqua contaminata del reattore nucleare di Fukushima, degli embrioni di scimmia in cui sono state traferite cellule staminali umane, dei T-Rex e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Il gergo scientifico confonde anche gli scienziati
Analizzando i titoli e gli abstract di 21 mila articoli scientifici due ricercatori del CNR hanno osservato che quelli che contengono più espressioni gergali e tecniche hanno meno probabilità di essere citati. I risultati sono stati pubblicati sui Proceedings della Royal Society B [New York Times]

2 L’Unione Europea potrebbe limitare fortemente l’uso di sistemi automatici da parte delle società tecnologiche
È quanto si legge in una bozza della proposta di Regolamento sull’intelligenza artificiale circolata in questi giorni e la cui versione definitiva dovrebbe essere resa pubblica la prossima settimana. Le società potrebbero andare in contro a multe fino al 4% dei loro utili se impiegassero algoritmi discriminatori e lesivi dei diritti fondamentali dei cittadini. La bozza parla di un’intelligenza artificiale centrata sulle persone, proponendo di sottoporre a scrutinio aggiuntivo i sistemi utilizzati per dare accesso al credito, selezionare il personale, aiutare i giudici nelle loro decisioni, autorizzare i visti o gestire gli strumenti di previdenza sociale [New Scientist]

3 L’acqua contaminata del reattore nucleare di Fukushima verrà sversata nell’Oceano Pacifico
Il governo giapponese ha dichiarato che questa è la strategia più sicura ed efficace per riportare in sicurezza la centrale nucleare Daiichi danneggiata dallo tsunami di 10 anni fa e per evitare la fusione del nocciolo. I paesi vicini e i pescatori della zona hanno protestato, ma l’Agenzia internazionale per l’energia atomica supporta la decisione del Giappone perché gli isotopi più pericolosi verranno filtrati e le acque verranno diluite per portare la concentrazione delle sostanze pericolose sotto i livelli di sicurezza [The Guardian]

4 Per la prima volta embrioni di scimmia contenenti cellule staminali umane si sono sviluppati fino a 19 giorni dopo la fecondazione
È la prima volta che questo esperimento riesce con successo. Finora era stato possibile solo in embrioni di maiale o mucca. La speranza dei ricercatori è che le conoscenze acquisite possano portare alla costruzione di modelli animali miglio di quelli esistenti per testare i farmaci oppure alla crescita di organi più compatibili per trapianti. Ma gli scienziati contestano l’utilizzo di embrioni di primati non umani. La regolamentazione per queste specie è molto più stringente rispetto a quella valida, ad esempio, per i roditori. Gli autori della nuova ricerca si difendono, dicendo che non hanno in programma di impiantare questi embrioni. Il loro lavoro potrebbe piuttosto aiutare a capire perché finora i tentativi di trasferire cellule umane in embrioni di topi sono falliti [Nature]

5 La popolazione dei Tyrannosaurus rex in Nord America sarebbe stata composta da 20 mila esemplari
È la stima ottenuta da un gruppo di biologi evoluzionisti della University of Berkeley e pubblicata sull’ultimo numero d Science. Per ottenere questo risultato i ricercatori hanno sfruttato una relazione matematica formulata da John Damuth della University of California, Santa Barbara, che di solito si usa per le specie animali moderne. Questa relazione, chiamata legge di Damuth, permette di stimare la dimensione di una popolazione a partire dal peso e dal tipo di metabolismo dei suoi componenti. La stima ottenuta (20 000 T-Rex viventi in media) implicherebbe che in totale il numero di questi predatori vissuti sulla Terra sarebbe di 2,5 miliardi. Tuttavia, il numero ha un ampio margine di incertezza e potrebbe arrivare fino a 100 000 o 200 000 esemplari [New York Times]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Martedì CDC e FDA hanno deciso di sospendere la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti dopo la segnalazione di sei casi di trombosi rara, del tipo osservato in Europa fra i vaccinati con AstraZeneca, tra i 6,8 milioni di persone che hanno ricevuto una dose del farmaco. Tutti i casi si sono verificati in donne fra i 18 e 48 anni [Science]
×  Il Consiglio di Europa ha accettato di negoziare i dettagli di un green digital certificate per vaccinati, guariti e negativi [Reuters]
×  Dall’analisi dell’epidemia in corso a Manaus, città nel nord del Brasile, la variante P.1 potrebbe essere da 1,7 a 2,4 volte più trasmissibile delle varianti storiche circolanti localmente. L’immunità acquisita tramite l’infezione con le varianti storiche proteggerebbe al 54–79% dall’infezione con P.1 [Science]
×  Il livello di cellule B della memoria capace di produrre anticorpi efficaci verso SARS-CoV-2 e anche altri coronavirus dipende dall’età e dal tipo di tessuto [Science]
×  Per le persone con sistemi immunitari compromessi, da patologie congenite o da terapie farmacologiche, l’efficacia dei vaccini è tutt’altro che scontata. Trattamenti alternativi, come gli anticorpi monoclonali, non sono ancora stati testati a sufficienza. Per ora queste persone possono solo contare sul fatto che gli altri si vaccinino [The Atlantic]
×  Dieci prove indirette dell’importanza degli aerosol per la trasmissione del virus [The Lancet]
×  L’esplosione dei contagi in India potrebbe mettere a rischio l’accesso ai vaccini da parte del resto del mondo, in particolare per i paesi in via di sviluppo [Nature]
×  La Francia pianifica le riaperture, ma con molte incertezze [Le Monde]
×  Covid-19 nel mondo: da Israele in procinto di rimuovere l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto alla preoccupante crescita dei contagi in Germania [Le Monde]

Letture per il finesettimana #24

[pubblicato su Scienza in rete il 12 marzo 2021]

Buon venerdì,
questa settimana parliamo della pressione a cui sono state sottoposte le ricercatrici nei primi sei mesi della pandemia divise tra compiti di cura della famiglia e lavoro, degli impatti del disastro nucleare di Fukushima di dieci anni fa sulla salute degli abitanti della zona, del tempo necessario perché i veicoli elettrici diventino più di quelli a benzina negli Stati Uniti, di un software per l’analisi di tracce incomplete di DNA utilizzato in ambito forense, della ritrattazione dell’articolo del 2018 che per primo aveva documentato l’esistenza delle particelle di Majorana e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 «Sull’orlo di un esaurimento nervoso». Un rapporto della NASEM documenta la pressione a cui la pandemia ha sottoposto le ricercatrici
Sin dall’inizio della pandemia ricercatori e politici hanno lanciato l’allarme: le donne avrebbero pagato il prezzo più alto in termini di fatica fisica e psicologica. In questo le ricercatrici non fanno eccezione. La National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine ha curato un rapporto che raccoglie le testimonianze di ricercatrici a vari livelli di carriera riguardo i primi sei mesi della pandemia. Le parole delle ricercatrici sono estremamente toccanti e riguardano le difficoltà nell’assolvere contemporaneamente ai compiti di cura dei figli e a quelli accademici, in una continua alternanza dei ruoli, la paura di “rimanere indietro” e la sensazione di non essere state appoggiate dalle istituzioni per cui lavorano [Science]

2 Dieci anni fa la catastrofe nucleare di Fukushima
L’11 marzo del 2011 uno tsunami colpì la costa nordoccidentale del Giappone, causando 18 000 vittime e inghiottendo la centrale nucleare Fukushima Diichi. Un rapporto delle Nazioni Unite non attribuisce alcuna morte aggiuntiva derivante dall’esposizione della popolazione alle radiazioni, solo sei casi di cancro tra i lavoratori sono stati ricondotti all’incidente. Gli abitanti della zona vicino alla centrale furono esposti a livelli di radiazione da 10 o 100 volte inferiori rispetto a quelli di Chernobyl e dunque è possibile che gli effetti si vedranno nel lungo periodo. Ma l’evacuazione delle case, la contaminazione del suolo e delle acque, e i danni economici hanno avuto degli effetti sulla salute della popolazione [Le Monde]

3 Fra quanto tempo le auto elettriche domineranno le strade americane?
Dei 250 milioni di veicoli che oggi percorrono le strade degli Stati Uniti, meno dell’1% è elettrico. I produttori di automobili dicono che nel 2035 un quarto della loro produzione sarà elettrica, ma visto che i vecchi veicoli durano a lungo questo porterà la percentuale intorno al 13% e il 50% non sarà toccato neanche nel 2050, anno in cui Biden dice di voler raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra. L’obiettivo potrebbe essere realizzato solo se la vendita di automobili a benzina venisse vietata a partire dal 2035 [The New York Times]

4 Due tribunali negli Stati Uniti chiedono di analizzare un algoritmo di analisi del DNA usato in ambito forense
Si tratta del software TrueAllele, commercializzato dalla società Cybergenetics, che processa tracce di DNA incomplete rinvenute sulla scena del crimine e calcola la probabilità che queste appartengano a una specifica persona. Finora l’algoritmo non è mai stato visto da nessuno, neanche gli autori delle pubblicazioni in cui ne è stata valutata l’accuratezza lo conoscono. Ora due tribunali, uno in Pennsylvania e l’altro in New Jersey, hanno chiesto alle procure che lo hanno utilizzato di consegnare il codice. Non verrà reso pubblico ma in principio gli avvocati della difesa potranno chiedere l’intervento di esperti che lo esaminino per capire se contiene errori o inconsistenze [The Markup]

5 Ritrattato un articolo del 2018 che dimostrava l’esistenza delle particelle di Majorana
Le particelle di Majorana sono un particolare tipo di fermioni la cui esistenza è stata ipotizzata per la prima volta da Ettore Majorana nel 1937. Le loro proprietà le hanno rese interessanti per il settore della computazione quantistica e Microsoft ha investito molto in questa tecnologia. La prima prova della loro esistenza era arrivata nel 2018 da un esperimento realizzato in un laboratorio di Microsoft in Olanda che aveva rilevato un particolare segnale nella resistenza elettrica di una guida di dimensioni nanometriche composta da una combinazione di materiale semiconduttore e superconduttore. I risultati erano stati pubblicati su Nature. Tuttavia lo scorso anno un altro gruppo di ricercatori aveva espresso dei dubbi sull’autenticità di quel segnale, chiedendo di rivalutare i dati e di ripetere le misure in altre condizioni sperimentali. La rivista aveva quindi emesso una “editorial expression of concern” e gli autori dell’articolo erano stati obbligati a rivedere le loro conclusioni. Questa procedura di revisione ha confermato i dubbi e ha portato alla ritrattazione dell’articolo perché “mancante di sufficiente rigore scientifico” [Nature]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  EMA approva il vaccino Janssen (gruppo Johnson&Johnson) per l’uso in condizioni di emergenza [European Medicines Agency]
×  Danimarca, Norvegia e Islanda hanno sospeso le vaccinazioni con AstraZeneca per via delle indagini in corso in Danimarca su una serie di casi di embolia in persone che avevano ricevuto la prima dose. L’Italia, insieme ad altri paesi europei, ha bloccato solo le somministrazioni delle dosi appartenenti a uno specifico lotto. EMA ha dichiarato: il farmaco è efficace e sicuro, continuare con le somministrazioni durante le indagini [The Guardian]
×  Uno studio del King’s College indica che ritardare il richiamo del vaccino Pfizer non è consigliabile per i pazienti oncologici [The Guardian]
×  I CDC autorizzano chi si è vaccinato a incontrarsi senza indossare la mascherina [Le Monde]
×  Le donne sembrano avere più effetti collaterali degli uomini dopo il vaccino [The New York Times]
×  Le donne incinte hanno un decorso della COVID-19 più grave di quelle non incinte [The Conversation]

Biden ripristina il social cost of carbon

Venerdì scorso scorso la Casa Bianca ha annunciato di aver elaborato una nuova stima del cosiddetto “social cost of carbon” per il 2021, fissandolo a 51 dollari per ogni tonnellata di CO2 emessa in più  nell’anno in corso. Il parametro viene utilizzato negli Stati Uniti fin dall’inizio degli anni ’80 nella valutazione costi-benefici delle azioni politiche proposte, non solo in materia ambientale.

Il costo sociale dei gas a effetto serra cerca di quantificare in termini monetari tutti i costi e i benefici derivanti dell’emissione di una tonnellata aggiuntiva di CO2 o degli altri gas serra. Questo valore può essere utilizzato per confrontare i vantaggi che si otterrebbero contenendo l’aumento delle temperature rispetto ai costi che dovrebbero essere sostenuti per ridurre le emissioni. Un esempio è un governo che valuta costi e benefici derivanti dalla sostituzione dei sistemi di condizionamento dell’aria per aumentarne l’efficienza energetica e decide di conseguenza se finanziare questo tipo di intervento.

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Letture per il finesettimana #22

[pubblicato su Scienza in rete il 26 febbraio 2021]

Buon venerdì,
questa settimana parliamo del diverso impatto che la genitorialità ha su accademici e accademiche, dell’impatto ambientale del sistema sanitario pubblico britannico, delle novità contenute nel programma Horizon Europe, di una carta geografica fronte-retro della Terra, della legge australiana che obbliga Facebook e Google a pagare giornali e televisioni per pubblicare le loro notizie e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Gli uomini pubblicano in media più delle donne: i figli giustificano una parte importante di questo divario
Analizzando i dati riguardanti 3064 docenti di ruolo in 450 istituzioni in Stati Uniti e Canada, un gruppo di ricercatori ha concluso che la nascita dei figli giustifica la maggior parte del divario nel ritmo di pubblicazione di uomini e donne. Questa conclusione, che è stata spesso ipotizzata ma finora mai dimostrata a partire dai dati, sottolinea l’urgenza di intervenire sui congedi di maternità e paternità e sui servizi di assistenza all’infanzia [Science Advances]

2 L’impatto ambientale del sistema sanitario britannico
Il cambiamento climatico influenza negativamente la salute umana e i sistemi sanitari di tutto il mondo si trovano a dover sostenere il carico aggiuntivo di cure che ne derivano. Ma qual è il loro impatto sull’ambiente? Uno studio pubblicato su Lancet Planetary Health ha stimato che nel 2019 le emissioni prodotte dal National Health Service britannico ammonterebbe a circa 25 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Si tratta del 7% del totale prodotto dal Regno Unito in quell’anno. Anche se le emissioni dell’NHS sono diminuite di circa un quarto rispetto a quelle del 1990, c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette fissato per il 2045 [Carbon Brief]

3 Che indirizzo darà alla ricerca europea il programma di finanziamento da 100 miliardi di euro Horizon Europe?
Questa settimana Horizon Europe ha pubblicato i bandi per assegnare i primi 2 miliardi di euro. Il programma quadro di finanziamento della ricerca promosso dalla Commissione Europea si estenderà fino al 2027 e, per molti versi, prosegue il percorso tracciato dai precedenti schemi, in particolare Horizon 2020. Tuttavia ci sono alcuni elementi di novità: l’identificazione di alcuni argomenti a cui dare priorità (cambiamento climatico, cancro, oceani, smart cities, suolo e cibo), l’impegno a promuovere sia la ricerca di base che quella applicata, la pubblicazione in open access e il coinvolgimento dei paesi membri che di solito vincono meno finanziamenti [Nature]

4 Una nuova carta geografica ‘fronte retro’ per rappresentare l’intera superficie terrestre
I metodi di proiezione della superficie terrestre su un piano, come quella di Mercatore o di Winkel-tripel, sono molto datati. Ciascuna di queste opera un compromesso su una delle caratteristiche geometriche della sfera, ad esempio forme, distanze o aree. Un gruppo di matematici e cosmologi ha proposto un nuovo tipo di proiezione che cerca di limitare al massimo queste distorsioni. Per farlo ha proiettato l’emisfero nord su un disco e quello sud sul retro dello stesso disco. Questo sistema evita di effettuare il taglio da polo nord a polo sud lungo il Pacifico che le altre mappe fanno. Resta però il problema che una mappa del genere permette di vedere una sola parte della Terra alla volta [The New York Times]

5 Cosa possiamo imparare dalla contesa tra Facebook e il governo australiano?
Questa settimana l’Australia ha approvato la legge che impone a Facebook e Google di pagare per condividere sulle proprie piattaforme i contenuti prodotti dai media più tradizionali. Questo provvedimento potrebbe servire a rifinanziare il giornalismo, che ha sofferto tagli ingenti negli ultimi due decenni. Ma è il modo migliore? Uno dei rischi è che i grandi gruppi editoriali siano avvantaggiati rispetto ai piccoli. Esistono delle alternative, come quella di dirottare verso l’industria giornalistica i ricavi della vendita delle radiofrequenze agli operatori telefonici oppure le multe pagate dalle società tecnologiche per le violazioni dell’antitrust [MIT Technology Review]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Le prove scientifiche che dimostrano che gli eventi di superdiffusione sono i principali responsabili della diffusione del virus sono sempre più affidabili. Questi eventi avvengono quasi esclusivamente in situazioni in cui le persone affollano uno spazio chiuso e poco ventilato per un lungo periodo di tempo (cerimonie religiose, ristoranti, bar, palestre) e possono essere gestiti con il tracciamento dei contatti all’indietro. Gli scienziati si rivolgono ai politici perché queste conoscenze informino le loro decisioni per il contenimento dell’epidemia [Nature]
×  Le morti per COVID-19 in Africa sono state sottostimate [BMJ]
×  Al G7 rinnovato il sostegno all’iniziativa COVAX nata per garantire un acceso equo ai vaccini [BBC]
×  In Francia il governo adotta misure più restrittive nelle zone maggiormente colpite dall’epidemia sperando di evitare un nuovo lockdown nazionale [Le Monde]
×  Anche in Italia c’è un nuovo e preoccupante aumento dei casi in diverse aree del paese e il governo ha deciso di adottare zone rosse a livello provinciale e subprovinciale per contenerlo [Il Sole 24 Ore]
×  Durante la riunione del Consiglio Europeo che si è svolta ieri, il presidente del consiglio Mario Draghi ha proposto che l’UE somministri la prima dose di vaccino a più persone possibile, ritardando la seconda come sta facendo il Regno Unito [La Repubblica]
×  Cosa è andato storto nella negoziazione dell’UE sui vaccini? [Politico]
×  Il vaccino monodose di Johnson & Johnson è sicuro ed efficace, secondo il primo parere dell’FDA. L’approvazione potrebbe arrivare oggi [The Guardian]
×  L’elevata efficacia del vaccino Pfizer/BioNTech nell’evitare infezioni sintomatiche e casi gravi confermata sul campo in Israele [NEJM]
×  Un preprint, ancora non pubblicato, e basato sui dati della campagna vaccinale in corso in Israele mostrerebbe che il vaccino Pfizer/BioNTech è efficace anche nel bloccare la trasmissione del virus, ma servono più dati per confermare questa conclusione [Bloomberg]
×  Analizzando i dati relativi alla campagna vaccinale in corso in Inghilterra e in Scozia, tre studi mostrano che i vaccini Pfizer/BioNTech e Oxford/AstraZeneca sono efficaci nell’evitare l’infezione e i casi gravi già dopo la prima dose e in tutte le fasce di età (risultato significativo perché il vaccino Oxford/AstraZeneca è stato somministrato principalmente ad anziani sopra gli 80 anni) e che il vaccino Pfizer/BioNTech è efficace anche nell’evitare infezioni asintomatiche [Financial Times]
×  C’è un problema con il vaccino AstraZeneca nei Paesi UE: solo un quinto delle dosi consegnate sono state somministrate. I dubbi sulla sua efficacia e la decisione, in contrasto con le indicazioni EMA, di destinarlo solo agli over 65 potrebbero essere la spiegazione [The Guardian]
×  Per chi ha avuto la COVID-19 una singola dose dei vaccini disponibili è sufficiente a garantire l’immunità [The New York Times]
×  Ritardare la seconda dose del vaccino AstraZeneca fino a 12 settimane potrebbe essere più efficace. Questi i risultati di uno studio di meta analisi sui dati degli studi clinici [The Lancet]
×  Una nuova variante in circolazione a New York desta preoccupazione [The New York Times]
×  Anche la variante B.1.427/B.1.429 trovata in California preoccupa gli scienziati [The New York Times]

Letture per il finesettimana #20

[pubblicato su Scienza in rete il 12 febbraio 2021]

Buon venerdì,
questa settimana parliamo di inquinamento atmosferico, di auditing degli algoritmi, del rischio di finire il fosforo, di come comunicare la statistica ai giornalisti, della sonda cinese che è entrata nell’orbita di Marte e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Il killer invisibile: l’inquinamento atmosferico dovuto ai combustibili fossili ha causato 8,7 milioni di morti nel 2018
Il bilancio ottenuto da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Environmental Research è più alto di quelli stimati in passato. Si basa su dati più dettagliati riguardo i livelli di concentrazione delle polveri sottili in atmosfera (le cosiddette PM 2.5) dovute ai combustibili fossili e su una modellizzazione più accurata del rischio di morte connesso all’esposizione a questi fattori inquinanti. La ricerca stima che nel 2018 nell’Asia occidentale le PM 2.5 emesse dai combustibili fossili abbiano causato un terzo delle morti osservate in quell’anno (3,9 milioni di vittime in Cina e 2,5 milioni in India) e circa un quinto di quelle osservate in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Lo studio ha considerato anche il numero di morti dovute a infezioni delle basse vie aeree tra i bambini al di sotto dei 5 anni di età, concludendo che un settimo è dovuto all’inquinamento atmosferico causato dai combustibili fossili [The Guardian]

2 L’auditing degli algoritmi utilizzati per la selezione del personale ha dei limiti
Tra il 2016 e il 2020 la percentuale di aziende che ricorrono a sistemi di intelligenza artificiale per scremare le candidature per una certa posizione sono passate dal 10% al 39%. Come accade con altri sistemi automatici di assistenza alla decisione, questi algoritmi possono essere discriminatori. Una delle soluzioni al problema, che viene proposta da tempo, è quello di sottoporli a auditing, processi di verifica. Tuttavia questa pratica, che negli Stati Uniti comincia a diffondersi, ha dei limiti: pur avendo accesso a tutte le componenti dell’algoritmo (il codice e i dati che utilizza) può essere davvero difficile capire se tratta i candidati in maniera iniqua. Il rischio è che le aziende nascondano il cattivo funzionamento di questi sistemi dietro il bollino di qualità emesso frettolosamente e senza particolare accuratezza da qualche società di auditing algoritmico [MIT Technology Review]

3 L’umanità sta buttando via il fosforo
Gli esseri umani stanno esaurendo uno degli ingredienti più preziosi per la nostra sopravvivenza: il fosforo. L’elemento, che si trova nella crosta terrestre, forma l’impalcatura del DNA, le membrane delle cellule animali e vegetali e i nostri scheletri. La maggior parte del fosforo che assumiamo tramite l’alimentazione viene eliminato tramite urine e feci, che sono state fino al secolo scorso riutilizzate come fertilizzanti proprio per l’elevato contenuto di fosforo. Oggi, però, c’è una pericolosa disconnessione tra gli esseri umani e il suolo da cui dipendono, e i rifiuti finiscono per inquinare l’ambiente piuttosto che essere utilizzati in agricoltura. La caccia al fosforo portò gli inglesi del diciannovesimo secolo a scavare depositi geologici noti come coproliti e anticamente le città desertiche fertilizzavano i loro giardini con la cacca di piccione. Oggi, le fonti per l’estrazione del fosforo stanno diminuendo, spingendo gli scienziati a cercare nuovi modi per ripristinare le connessioni tra rifiuti umani e agricoltura [The Atlantic]

4 Come comunicare le statistiche ai media
Nell’ultimo anno i due statistici britannici Kevin McConway e David Spiegelhalter hanno avuto a che fare con i media molto più spesso che in passato e hanno dei consigli da dare ai loro colleghi. Alcuni riguardano il rapporto con i giornalisti (seguire dei corsi di comunicazione, non rispondere a domande che escono dalla propria area di competenza, chiedere sempre se la conversazione in corso è “on the records” or “off the records”), altri sono destinati più specificamente agli statistici. I due studiosi consigliano di parlare per esempi, meglio se questi sono personali, di non usare termini tecnici come “intervallo di confidenza” o “P-value”, ma piuttosto spiegarli (invece di parlare di sensibilità di un test, dire quale percentuale di persone con una certa malattia otterrebbero un risultato positivo da quel test). Aggiungono poi che è importante avere degli esempi numerici a portata di mano (durante la pandemia questo significa essere sempre aggiornati sul numero di nuovi casi, ricoveri e decessi e sull’efficacia dei vaccini), di non schierarsi da una parte o dall’altra e di confrontarsi con altri colleghi per capire qual è il modo migliore di parlare di certi argomenti con un pubblico non specialistico [LSE Impact Blog]

5 La navicella cinese Tianwen è entrata nell’orbita di Marte
Dopo aver osservato la sonda degli Emirati Arabi Uniti entrare nell’orbita del pianeta rosso martedì, mercoledì è stata la volta della navicella cinese, partita dalla Terra lo scorso luglio. A bordo di Tianwen ci sono un lander e un rover che dovrebbero raggiungere la superficie di Marte non più tardi di maggio, secondo fonti cinesi. Si uniranno a un trio di rover della NASA che stanno già esplorando la superficie del pianeta. La sua destinazione è Utopia Planitia, un bacino nell’emisfero nord che è ritenuto essere il punto di impatto di un meteorite. Il successo registrato mercoledì arriva a dieci anni dal fallimento della prima missione cinese diretta su Marte, quando la navicella Yinghuo-1 bruciò nell’atmosfera terrestre per via di un guasto al razzo russo che la trasportava [The New York Times]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Lo studio clinico britannico Recovery ha mostrato che il farmaco antinfiammatorio tocilizumab ha ridotto il rischio di morte delle persone ricoverate in ospedale, la necessità di ventilazione meccanica e il tempo trascorso in ospedale [Science]
×  Primi segnali da Israele: già dopo la prima dose, il vaccino Pfizer/BioNTech ridurrebbe la carica virale e dunque la probabilità di trasmettere l’infezione [medRxiv]
×  In Sud Africa sospesa la somministrazione del vaccino AstraZeneca perché gli studi clinici non mostrano la sua efficacia nell’evitare l’insorgenza della malattia in forme miti o moderate [Science]
×  Vaccini a prova di variante: investire ora per la prossima pandemia [Nature]
×  L’OMS raccomanda l’utilizzo del vaccino AstraZeneca anche sopra i 65 anni, contrariamente alle agenzie del farmaco di diversi paesi europei [Le Monde]
×  Usare il nudging in maniera efficace per favorire l’adesione alle vaccinazioni può fare la differenza [Nature]
×  La fiducia verso i vaccini sta crescendo in numerosi paesi del mondo (compresa l’Italia) [Nature]
×  L’immunità di gregge è sempre più un miraggio [The Atlantic]
×  La missione dell’OMS a Wuhan si è conclusa e martedì si è tenuta una conferenza stampa. L’ipotesi dell’origine da un laboratorio è stata definita ‘estremamente improbabile’ [The Guardian]
×  Gli adulti tra i 20 e i 49 anni sarebbero i maggiori responsabili per la circolazione dell’infezione negli Stati Uniti da ottobre 2020 [Science]
×  Il virus si trasmette per via aerea, le superfici sono (quasi) sicure [Nature]

Le notizie di scienza della settimana #71

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 12 settembre 2018]

Il ministro della salute della Repubblica Democratica del Congo Oly Ilunga Kalenga insieme agli amministratori locali accolgono una delegazione ONU a Beni, nella provincia del Nord Kivu, il 2 agosto 2018, dove è stata dichiarata una nuova epidemia di Ebola.
Una nuova epidemia di Ebola è stata dichiarata il 1° agosto nella provincia orientale del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Solo il 24 luglio le autorità sanitarie avevano dichiarato chiusa un’altra epidemia di Ebola, la nona negli ultimi 40 anni, che aveva colpito il nordovest del Paese all’inizio di maggio, ma era stata rapidamente controllata anche grazie all’utilizzo di un vaccino sperimentale. Al 3 settembre i decessi erano 82 e le persone raggiunte dal vaccino, somministrato secondo uno schema ad anelli concentrici, erano oltre 6 000. Resta comunque molto difficile intervenire nella zona, poiché tutta la provincia è interessata dal 2004 dal conflitto tra le milizie ribelli Allied Democratic Forces e l’esercito della RDC. La popolazione è infatti molto provata e alcuni rifiutano di condurre i parenti malati nei centri di cura, scoraggiati anche dall’isolamento cui verrebbero sottoposti e dall’aspetto degli operatori sanitari protetti dalle tute anti contaminazione. Ma la ONG ALIMA (The Alliance For International Medical Action) sta cercando di superare questi ostacoli, offrendo assistenza ai casi confermati di Ebola in un nuovo tipo di struttura, installato nella città di Beni. Qui i pazienti vengono ricoverati in unità individuali di isolamento chiamate CUBE, che permettono da una parte il contatto visivo con i parenti e dall’altra agli operatori di lavorare senza indossare le tute speciali. Nell’immagine: il ministro della salute della Repubblica Democratica del Congo Oly Ilunga Kalenga insieme agli amministratori locali accolgono una delegazione ONU a Beni, nella provincia del Nord Kivu, il 2 agosto 2018. Credit: MONUSCO Photos / Flickr. Licenza: CC BY-SA 2.0.

SMETTIAMO DI CREDERE (CIECAMENTE) NEGLI ALGORITMI

Nel suo libro “Hello World: Being Human in the Age of Algorithms”, appena pubblicato nel Regno Unito, la matematica Hannah Fry affronta il tema degli algoritmi e di come limitare i loro effetti negativi nella società. In primo luogo dovremmo smettere di riconoscere agli algoritmi un’autorità superiore. In secondo luogo potremmo programmarli in modo che sia esplicita l’incertezza che è contenuta nei loro risultati. I sistemi di riconoscimento facciale, per esempio, potrebbero indicare una serie di possibili identità e non una sola e lasciare la scelta finale agli esseri umani. Secondo Fry il risultato migliore si ottiene quando gli algoritmi lavorano insieme alle persone, come accade nei sistemi che analizzano le immagini delle mammografie per individuare possibili formazioni tumorali. Il software identifica un sottoinsieme di immagini in cui sospetta di vedere un cancro e le sottopone al vaglio del medico. [The Wall Street Journal; Hannah Fry]

Intanto alla fine di luglio negli Stati Uniti il senatore Mark Warner ha presentato una proposta di legge sulla regolamentazione dei social media e delle compagnie tecnologiche. La proposta rispetta l’approccio che da sempre la legislazione americana ha avuto su questi temi: non limitare l’accesso ai dati. Warner propone infatti di favorire l’ingresso di competitor nel mercato dei dati, permettendo agli utenti Facebook ad esempio, di consegnare i loro dati personali ad altre compagnie del settore. Sostanzialmente un tentativo di interrompere il monopolio delle big tech. Il secondo punto della proposta riguarda invece gli algoritmi, in particolare quelli utilizzati in alcuni settori sensibili, come il credito, la salute, le assicurazioni. I Governi, propone Warner, potrebbero infatti esigere che i software utilizzati in questi ambiti siano sottoposti a procedure di auditing che ne accertino la qualità e l’equità. [Bloomberg Opinion; Cathy O’Neil]

Ulteriori rischi connessi all’utilizzo, sempre più diffuso, di sistemi di decisione automatizzati potrebbero derivare dall’interazione degli algoritmi tra loro. Un esempio è quello dell’High Frequency Trading (HFT), lo scambio di titoli sul mercato azionario affidato a software che operano su scale di tempo molto piccole cercando di sfruttare la volatilità dei prezzi. L’interazione dei software di HFT appartenenti a vari fondi di investimento ha causato nel 2010 il cosiddetto flash crash, un intervallo di pochi minuti in cui due importanti indici azionari statunitensi persero il 9% del loro valore, riacquistandone gran parte nell’ora successiva. Secondo il fisico Neil Johnson, della George Washington University, altri mini flash crash si continuano a osservare sul mercato dal 2014. Situazioni analoghe si stanno verificano anche su Amazon nei sistemi che fissano i prezzi dei prodotti in vendita. Il rischio, insomma, è di perdere il controllo dell’insieme degli algoritmi che utilizziamo e che collettivamente si comportano come un organismo multicellulare in evoluzione. [The Guardian; Andrew Smith]

GLIFOSATO: DALLA SCIENZA AL TRIBUNALE E RITORNO

Il processo mediatico era stato celebrato a giugno del 2017 sui giornali di mezzo mondo. Il primo atto del processo ufficiale si è concluso invece lo scorso 10 agosto, quando il giudice Suzanne Ramos Bolanos della Corte Suprema della California ha condannato in primo grado l’azienda agrochimica Monsanto al pagamento di 289 milioni di dollari di risarcimento a Dewayne Johnson, un ex giardiniere di 46 anni colpito da una forma terminale di linfoma della pelle. La giuria ha giudicato verosimile il nesso causale fra il glifosato contenuto nell’erbicida Round Up, commercializzato dall’azienda fin dagli anni ’70, e la malattia di Johnson, a cui restano ormai pochi mesi di vita. [The Guardian; Sam Levin] 

La sentenza, seppure solo di primo grado, incoraggia gli oltre 4 000 querelanti sparsi negli Stati Uniti che hanno fatto causa alla Monsanto e che attendono di andare a processo (il prossimo verrà celebrato all’inizio del 2019 a St.Louis, Missouri). All’origine di queste cause c’è anche la monografia pubblicata nel 2015 dalla International Agency for Research on Cancer (IARC), che ha dichiarato il glifosato contenuto nell’erbicida RoundUp probabile cancerogeno per gli esseri umani. Ed è proprio su questa monografia che i legali di Johnson hanno basato la loro argomentazione insieme, ovviamente, ai Monsanto Papers, che hanno usato per dimostrare che l’azienda sapeva da decenni degli effetti negativi del Round Up per la salute umana, ma ha taciuto e anzi ha ingaggiato scienziati che scrivessero studi favorevoli facendoli apparire indipendenti. [The Guardian; Carey Gilam] 

La Monsanto, da giugno una divisione della tedesca Bayer che la acquistata per 62,5 miliardi di dollari, promette di ricorrere in appello affermando che la sentenza ignora una grande mole di studi che smentiscono le conclusioni raggiunte dal gruppo di esperti autori della monografia IARC. Numerose sono infatti le critiche mosse al contenuto della monografia e ai metodi utilizzati da IARC per classificare le sostanze in categorie di cancerogenicità. Da una parte viene criticato il fatto che l’agenzia scelga di non considerare i livelli di esposizione e dunque di non indicare soglie di sicurezza al di sotto delle quali le sostanze possono essere considerate sicure. Dall’altra vengono chiamati in causa i pareri di altre autorevoli agenzie internazionali, come EFSA, ECHA e la stessa OMS, e i risultati recenti dell’Agricultural Health Study pubblicati a novembre del 2017. Su questi elementi si baserà molto probabilmente la linea degli avvocati di Monsanto nel processo di appello. [Scienza in rete; Chiara Sabelli]

RICERCA E SOCIETÀ

Questa settimana ha segnato l’inizio del nuovo anno scolastico in numerose regioni riaccendendo così il dibattito sull’obbligo vaccinale: è uno strumento utile a risolvere il problema del calo delle coperture? Secondo l’epidemiologo Vittorio Demicheli andrebbe accompagnato da altri interventi, che tengano in considerazioni le diverse cause del fenomeno. L’obbligo, imponendo sanzioni, è efficace solo per uno dei determinanti (il rifiuto ideologico), ma non si occupa degli altri due (difficoltà di accesso ai servizi vaccinali e diffidenza). Prima del decreto Lorenzin, che comunque ha il merito di stabilire uno standard comune a tutto il territorio nazionale, la legislazione italiana promuoveva l’adesione volontaria e consapevole. Per questa c’è bisogno del potenziamento dei servizi e di interventi culturali. In particolare è necessario che il dibattito sulle vaccinazioni ritrovi toni pacati e smetta di essere una guerra di religione. [Scienza in rete; Vittorio Demicheli]

Pubblicati a fine luglio i progetti vincitori di un ERC Starting Grant, il finanziamento dello European Research Council ai giovani ricercatori. L’Italia è seconda, per nazionalità dei vincitori, dopo la Germania, ma prima nella classifica dei Paesi che vedono i loro scienziati andare all’estero per spendere i fondi ottenuti. Dei 42 ricercatori italiani premiati, 27 hanno scelto come host institution un’università o un centro di ricerca straniero. Una situazione che si ripete uguale a se stessa da ormai diversi anni e trova spiegazione nella peggiore condizione dei laboratori e delle strutture italiane, ma anche nelle burocrazie respingenti. Se l’Italia registra il saldo negativo più elevato, la Gran Bretagna, malgrado Brexit, ottiene il saldo positivo più alto: 22 i ricercatori britannici vincitori di un grant, ma 67 i progetti che verranno svolti nel Regno Unito. [Scienza in rete; Pietro Greco]

Nella notte del 2 settembre un incendio ha distrutto il Museo Nazionale di Rio de Janeiro riducendo in cenere la quasi totalità delle collezioni che ospitava. Una tragedia annunciata secondo i ricercatori intervistati da Science. Tra i pezzi più significativi che si teme siano andati perduti c’è il cranio di Luzia, risalente a 11 000 anni fa, uno dei resti umani più antichi ritrovati nel continente americano. A giugno, durante i festeggiamenti per i 200 anni dall’inaugurazione, la Brazilian Development Bank aveva annunciato un finanziamento di 5 milioni di dollari per ristrutturare l’edificio del museo, compresi i suoi sistemi antincendio. Troppo tardi. Ora il governo promette di stanziare fondi di emergenza per ricostruirlo il prima possibile. [Science; Herton Escobar]

 

Glifosato: dalla scienza al tribunale (e ritorno)

[originariamente pubblicato su Scienza in rete il 6 settembre 2018]

Il processo mediatico era stato celebrato a giugno del 2017 sui giornali di mezzo mondo, partendo dalle due inchieste pubblicate da Le Monde (qui e qui) sui cosiddetti Monsanto Papers. Il primo atto del processo ufficiale si è
concluso invece
lo scorso 10 agosto, quando il giudice Suzanne Ramos Bolanos della Corte Suprema della California ha condannato in primo grado l’azienda agrochimica Monsanto al pagamento di 289 milioni di dollari di risarcimento a Dewayne Johnson, un ex giardiniere di 46 anni colpito da una forma terminale di linfoma della pelle. La giuria ha stabilito che è stato il glifosato contenuto nell’erbicida Round Up, commercializzato dall’azienda fin dagli anni ’70, a causare la malattia di Johnson, a cui restano ormai pochi mesi di vita.

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Le notizie di scienza della settimana #69

[pubblicato originariamente su Scienza in rete l’11 luglio 2018]

Il 27 giugno scorso la sonda Hayabusa 2 dell’agenzia spaziale giapponese JAXA ha finalmente raggiunto l’asteroide Ryugu, dopo un viaggio durato quasi due anni e mezzo. Ryugu appartiene alla famiglia dei near-Earth asteroids, asteroidi la cui orbita può portarli in prossimità della Terra. Hayabusa 2 ne studierà la morfologia e la composizione, sia superficiale che interna, grazie ai prelievi di materiale che effettuerà a partire dall’autunno. Le prime indagini saranno realizzate lanciando dei proiettili sulla superficie in modo da sollevare polveri e raccoglierle a bordo della sonda. Successivamente verranno depositati sull’asteroide quattro rover saltellanti che raccoglieranno immagini e misure di temperatura. Nell’immagine: una rappresentazione pittorica della sonda Hayabusa 2 (credit: Go Miyazaki / Flickr, licenza: CC BY 2.0) sovrapposta a una panoramica di Ryugu catturata lo scorso giugno (credit: JAXA, University of Tokyo and collaborators), in cui sono già ben visibili molte caratteristiche superficiali (crateri, grossi macigni, ecc.) dell’asteroide. L’insolita forma e la rapida rotazione del corpo celeste, completata in 7 ore e 38 minuti, lo rendono ancora più interessante per i planetologi.

NUOVE E VECCHIE DROGHE

Tra il 2015 e il 2017 è stato registrato un aumento del 5% nel numero di persone che hanno fatto ricorso a smart drugs nei 12 mesi precedenti. È questo, sinteticamente, il risultato del Global Drug Survey condotto nel 2017 a cui hanno risposto oltre 23 mila persone. Le smart drugs (farmaci prescritti per uso non medico allo scopo di aumentare la concentrazione e le performance cognitive) considerate nel sondaggio sono quelle utilizzate nei casi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), come Adderal o Ritanil, medicine per i disturbi del sonno, come il Modafinil, e anche sostanze illegali come la cocaina. I Paesi interessati dallo studio sono 15. Quelli in cui l’aumento del consumo tra 2015 e 2017 è stato maggiore sono la Francia, dal 3% al 16%, e il Regno Unito, dal 5% al 23%. In termini assoluti però, sono gli Stati Uniti a guidare la classifica, con il 30% dei rispondenti che affermano di aver utilizzato smart drugs negli ultimi 12 mesi. Una delle possibili cause sarebbe l’aumento delle diagnosi di ADHD soprattutto negli USA. [Nature; Arran Frood] 

Omero lo definiva una “sostanza meravigliosa”, oggi i suoi derivati uccidono decine di migliaia di cittadini statunitensi ogni anno. Si tratta dell’oppio ottenuto dalle capsule immature del Papaverum Somniferum, da cui si estraggono droghe come l’eroina e medicinali come il fentanyl, l’ossicodone e l’idrocodone. Le morti per overdose da oppioidi negli Stati Uniti nel 2017 hanno superato le vittime della guerra in Vietnam e hanno causato una diminuzione dell’aspettativa di vita non osservata in nessun altro Paese sviluppato. Al contrario delle altre sostanze stupefacenti che hanno causato ciclicamente ondate di morti, l’epidemia degli oppioidi è arrivata in silenzio, grazie alle prescrizioni dei medici e alle strategie di un sistema sanitario che invece di offrire assistenza accessibile alle fasce di popolazione più deboli ha reso disponibili a prezzi irrisori questi farmaci. Salvo poi accorgersi di aver creato un esercito di tossicodipendenti e interrompere di colpo le forniture spingendoli verso il mercato nero. [New York Magazine; Andrew Sullivan]

È stato presentato il 26 giugno scorso al Senato il IX libro bianco sulle droghe, contenente un’analisi della legislazione, dei servizi sanitari e della ricerca scientifica sul consumo di sostanze stupefacenti in Italia. A dicembre 2017 circa il 35% delle persone nelle carceri italiane era detenuto per violazioni del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti del 1990 (principalmente per detenzione a fini di spaccio). I servizi sanitari sono ancora progettati pensando a un numero ristretto di utilizzatori altamente problematici e a una vasta platea di consumatori occasionali. Questa visione è ormai superata, la realtà è molto più diversificata e i comportamenti del singolo verso le droghe subiscono numerose oscillazioni nel tempo. Infine le associazioni che hanno redatto il libro bianco (Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA e Associazione Luca Coscioni) rilevano una quasi totale polarizzazione della ricerca verso gli aspetti farmacologici e neuroscientifici, a scapito di quelli psicosociali che invece indagano le ragioni del consumo. [La società della ragione; Redazione] 

AMBIENTE

È iniziato il 9 luglio a San Francisco il processo contro la multinazionale di biotecnologie agrarie Monsanto. Si tratta del primo caso di un paziente oncologico, DeWayne Johnson, che porta in giudizio la Monsanto con l’accusa di aver nascosto per oltre 20 anni la cancerogenicità dei suoi prodotti a base di glifosato, il più famoso dei quali è il Roundup. Johnson, un ex giardiniere di 46 anni padre di tre figli, ha ricevuto la diagnosi di linfoma non-Hodgkin quattro anni fa e nel 2016 ha fatto causa alla Monsanto. Secondo i medici gli restano pochi mesi di vita. Sono più di 4000 i cittadini statunitensi che affermano che il Roundup li ha fatti ammalare e sono intenzionati a procedere legalmente. [San Francisco Chronicle; Peter Fimrite ]

Nonostante le precauzioni, la conformazione geografica e l’inasprirsi degli eventi meteorologici estremi potrebbero spiegare l’elevato numero di vittime delle alluvioni in corso in Giappone. Ogni anno l’arcipelago viene colpito in media da sei tifoni tra luglio e novembre. Ma quest’anno le piogge hanno battuto tutti i record: nella regione centro occidentale sono stati registrati livelli da record in 110 punti di osservazione per 72 ore consecutive intorno alla giornata di domenica. Il territorio giapponese è coperto per il 70% da montagne e colline e molte case, soprattutto in campagna, sono costruite secondo la tradizione utilizzando legno anche nelle fondamenta. Questo le rende molto più vulnerabili alle frane. Inoltre il sistema di allarme, per quanto diffuso, non è efficiente perché affidato alle autorità locali che spesso sono impreparate a gestire l’emergenza e si scontrano con una certa inerzia della popolazione a prendere sul serio gli ordini di evacuazione. Forse anche a causa del cambiamento climatico, che la mette di fronte a situazioni del tutto nuove in cui l’esperienza passata è quasi inutile. [Japan Times; AFP-JIJI]

Sotto le pressioni del governo francese la Sanofi Chimie, la divisione chimica della grande azienda farmaceutica, ha interrotto la produzione della sua fabbrica di Mourenx, nella regione dei Pirenei atlantici. Il motivo è un rapporto realizzato ad aprile dall’agenzia regionale per l’ambiente che ha rilevato livelli di bromopropano scaricati in mare 190 000 volte superiori a quelli consentiti (380 000 mg/m3 contro i 2 mg/m3 permessi). Il bromopropano, una sostanza ritenuta cancerogena, mutagena e reprotossica, viene emesso durante la produzione del valproato di sodio, il principio attivo del Depakine, un farmaco antiepilettico già al centro di un altro scandalo. I bambini esposti in utero al Depakine, infatti, hanno un rischio aumentato di sviluppare disturbi mentali e del comportamento. La Sanofi assicura che gli operai di Mourenx e la popolazione circostante non corrono alcun rischio di salute, ma l’agenzia regionale per l’ambiente ribatte che finché la compagnia non avrà dimostrato di intervenire incisivamente la fabbrica rimarrà chiusa. [Le Monde; Stéphane Mandard]

RICERCA E SOCIETÀ

Alla fine la risoluzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per promuovere l’allattamento al seno è stata approvata durante i negoziati in corso a Ginevra, nonostante l’ostruzionismo degli Stati Uniti. I delegati statunitensi, infatti, hanno minacciato l’Ecuador e altri Paesi africani di imporre sanzioni commerciali e ritirare aiuti militari se avessero appoggiato la risoluzione. In molti ritengono che il motivo dell’opposizione sia da ricercare nella volontà di proteggere gli interessi delle grandi società che producono cibo per neonati e bambini, per un giro di affari di 70 miliardi di dollari l’anno. Le prove scientifiche in favore dell’allattamento al seno, rispetto a quello con latte artificiale, sono ormai numerose. L’ultimo studio sul tema è stato pubblicato su The Lancet nel 2016 e ha mostrato che il latte materno eviterebbe 800 mila morti all’anno e produrrebbe un risparmio di 300 miliardi di dollari in termini di costi sanitari. [The New York Times; Andrew Jacobs]

Una delegazione triestina è a Tolosa da lunedì per partecipare a ESOF 2018, l’ottava edizione dello EuroScience Open Forum. Il capoluogo giuliano ospiterà l’evento nel 2020. Obiettivo di ESOF è creare le condizioni per un incontro proficuo tra scienziati, politici, innovatori, industrie e cittadini. Il motto dell’edizione 2018 è “Sharing science: towards new horizons”. Venerdì, a chiusura dell’evento, ci sarà il passaggio del testimone al team di Trieste, che in 45 minuti descriverà l’impronta che intende dare alla nona edizione. « Ci interessa in particolare valutare quanto gli eventi saranno fruibili e accessibili, perché uno dei grandi obiettivi di ESOF 2020 è di diventare uno dei motori per far crescere il peso dato dall’opinione pubblica alla cultura, alla ricerca e alla scienza nell’affrontare le nuove sfide che ci attendono in futuro», ha dichiarato Bruno Della Vedova, vice presidente della ‘Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze’ e programme manager di ESOF 2020. [Il Piccolo; Giulia Basso]

Dei farmaci oncologici approvati tra il 2003 e il 2013 negli Stati Uniti e in Europa 1 su 3 (il 30%) non ha alcun beneficio sulla sopravvivenza e 1 su 5 (il 20%) non migliora né la qualità della vita né la sicurezza. Un bilancio non esaltante secondo Italo Portioli, primario presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e bioeticista, che riassume i risultati della valutazione di efficacia delle nuove terapie oncologiche a partire dallo studio pubblicato a fine 2016 sulla rivista JAMA Oncology. Lo studio, seppure presentando dei limiti, spinge a porsi due domande. La prima: perché 16 farmaci, privi di qualsiasi efficacia, sono entrati nella pratica terapeutica oncologica? La seconda: perché i risultati di questo studio hanno avuto così poca risonanza? [Scienza in rete; Italo Portioli]

Le notizie di scienza della settimana #68

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 5 luglio 2018]

Fino a 80 anni di età la probabilità di morire aumenta, poi diminuisce fino ai 105 anni e da lì in poi si stabilizza al 50%. Ogni giorno, dopo il nostro 105esimo compleanno, morire è tanto probabile quanto vedere testa (o croce) comparire sulla faccia di una moneta dopo averla lanciata. Per giungere a questa conclusione un team internazionale di ricercatori, di cui tre appartenenti a istituti italiani, ha analizzato i dati relativi a 4000 italiani di età superiore a 105 anni tra il 2009 e il 2017. I risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Science. Credit: Pixinio. Licenza: CC0.

NUOVE FORME DI ASSISTENZA SANITARIA

Negli USA un numero sempre maggiore di persone si sottopone ai test genetici direct to consumer offerti online, per rilevare la presenza di mutazioni pericolose. Quando le trovano spesso si tratta di falsi positivi. Le grandi società, come 23andMe e Ancestry.com, offrono per lo più informazioni riguardanti le origini geografiche e sono autorizzati dalla Food and Drug Adiministration a indagare le mutazioni associate solo a un ristretto numero di malattie e a comunicarle come diagnosi mediche. Esistono però altre compagnie, come Promethease, che offrono ai loro clienti un’analisi genetica molto più vasta, che riguarda cioè numerose malattie, ma senza alcuna validità medica. Rispetto ai laboratori autorizzati, infatti, queste compagnie studiano piccole porzioni dei geni e non geni interi e le confrontano con database di DNA non sottoposti a controlli rigorosi. Gli errori sono all’ordine del giorno, ma raramente i clienti ne sono consapevoli e si rivolgono a strutture autorizzate per accertarsi della loro validità.[The New York Times; Gina Kolata] 

A sette settimane dal suo inizio l’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo può considerarsi risolta. Un successo che può essere attribuito alla collaborazione proficua tra autorità sanitarie locali e organizzazioni internazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità e Medici Senza Frontiere) che hanno gestito la campagna di vaccinazione iniziata il 21 maggio. Secondo il ministro della salute del Paese africano il 28 giugno tutte le persone esposte al virus Ebola avevano terminato il periodo di incubazione di 21 giorni. [Vox; Julia Belluz]

Che ruolo hanno le app per dispositivi mobili nella cura dello stato di salute o malattia delle persone? Come stanno modificando il rapporto tra pazienti e medici? A quali valutazioni e test devono essere sottoposte per entrare a far parte dei trattamenti offerti dal Sistema Sanitario Nazionale? Sono queste le domande che Anna Romano ha posto a Francesco Gabbrielli, responsabile del Centro Nazionale Telemedicina e Nuove Tecniche Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità. [Scienza in rete; Anna Romano] 

UN FUTURO SOSTENIBILE

Nel 2017 sono state utilizzate 90 miliardi di tonnellate di risorse e nel 2050 la quantità potrebbe raddoppiare. Questa tendenza è dovuta alla crescita dell’attività di estrazione di materiali in Asia e Africa. L’estrazione di materiali, la loro lavorazione e infine lo smaltimento hanno un impatto notevole sull’ambiente, in termini di perdita di biodiversità, consumo di suolo, inquinamento di acqua e aria. Sull’ultimo numero di Science, dedicato alla sostenibilità, due ingegneri propongono cinque cambiamenti che potrebbero mitigare il problema: allungamento della vita utile dei materiali, miglioramento dei processi di manifattura per limitare la quantità di materia prima utilizzata, ricerca e sviluppo di materiali a basso impatto ambientale e, infine, riutilizzo e riciclo. [Science; Elsa A. Olivetti, Jonathan M. Cullen]

Dal 23 giugno lo stato indiano del Maharashtra, di cui è capitale Bombay, ha messo al bando l’utilizzo di sacchetti, cannucce, piatti e bottiglie di plastica. I trasgressori rischiano multe da 5 000 a 25 000 rupie e 3 mesi di prigione. Il primo ministro Narendra Modi ha definito la plastica “una minaccia per l’umanità” e 25 stati indiani hanno messo al bando, totalmente o parzialmente, la plastica non riciclabile. Ma lo stato del Maharashtra, 115 milioni di abitanti, è il primo a prevedere delle sanzioni, e sono stati dispiegati, nella sola Bomaby, 225 controllori.[Le Monde; Guillaume Delacroix]

Delle centinaia di milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno solo il 14-18% vengono riciclate. Parla chiaro il report dell’OECD ‘Improving Markets for Recycled Plastics’, pubblicato a fine maggio, ma perché una percentuale così bassa? [Scienza in rete; Anna Romano]

RICERCA E SOCIETÀ

L’immigrazione nell’Europa occidentale non solo non è un peso economico, ma anzi produce in pochi anni un aumento del PIL pro capite e del bilancio fiscale. È questa la stima ottenuta da un gruppo di ricercatori del CNRS francese, che ha analizzato trent’anni di dati sull’immigrazione (dal 1985 al 2015) in 15 Paesi europei, tra cui l’Italia. A distanza di un anno dall’ingresso nel Paese europeo il beneficio si misura in un aumento dello 0,32% del PIL pro capite e dello 0,11% del bilancio fiscale. [Scienza in rete; Anna Romano]

Tutta la ricerca finanziata dalla Commissione Europea dovrà essere pubblicata in Open Access entro il 2020. Per garantire il raggiungimento di questo obiettivo, la Commissione ha lanciato l’Open Science Monitor, ma ne ha appaltato una parte al gigante dell’editoria scientifica Elsevier. L’obiettivo dell’Open Science Monitor è di sviluppare indicatori che misurino il grado di “apertura” della scienza europea, soprattutto nei confronti dei decisori politici. Se Elsevier si occuperà dello sviluppo di questi indici è probabile che saranno indici proprietari, basati cioè su database a pagamento. La contraddizione è allarmante: nell’ultimo anno diversi consorzi di biblioteche universitarie in Europa hanno deciso di boicottare le riviste pubblicate da Elsevier, per le clausole di segretezza imposte sui propri contratti, e per i costi sempre in crescita dell’accesso alle pubblicazioni. Con questa decisione la Commissione mette a rischio la riuscita dell’intera operazione. [The Guardian; Jon Tennant]

«Lost confidence in one of your own findings? Join our project and share your story!» É questo il messaggio che compare sul sito del ‘Loss of confidence project’, ideato dalla psicologa Julia Rohrer della International Max Planck Research School on the Life Course. Il progetto intende incoraggiare i ricercatori a condividere eventuali dubbi sui propri risultati scientifici, che possono sorgere anche molti anni dopo la pubblicazione. Non tutti gli errori richiedono, secondo Rohrer, di ritirare la pubblicazione. In molti casi sono stati commessi in buona fede o basandosi su assunzioni che non reggono più alla prova dei fatti.[Undark Magazine; Dalmeet Singh Chawla]

Le notizie di scienza della settimana #64

[originariamente pubblicato su Scienza in rete il 6 giugno 2018]

L’analisi del genoma dei resti di 91 individui ritrovati sulle Channel Islands, al largo delle coste californiane, e nell’Ontario sud-occidentale indica l’esistenza di due gruppi umani, ANC-A e ANC-B, da cui avrebbero avuto origine le popolazioni native americane. È quanto rivela uno studio pubblicato sull’ultimo numero di Science. Il gruppo ANC-B sarebbe principalmente associato alle popolazioni dell’America nord-orientale, mentre i nativi americani del centro e del sud del continente discenderebbero dal mescolamento di ANC-A con ANC-B. Per stimare l’epoca in cui è avvenuta la differenziazione tra questi due gruppi, gli scienziati hanno osservato che il genoma di Anzick-1, l’individuo più antico ritrovato nel continente americano in Montana e risalente a circa 13 mila anni fa, appartiene al gruppo ANC-A. Le due popolazioni si sarebbero dunque separate migliaia di anni prima. Infine i ricercatori ritengono che il luogo più probabile per la differenziazione tra ANC-A e ANC-B sia a sud dei ghiacciai Laurentide e della Cordigliera, che coprivano i territori dell’America settentrionale. I due gruppi si sarebbero poi rincontrati più a sud e mescolati. Nell’immagine il cranio di Naia, l’individuo di sesso femminile vissuto circa 12 mila anni fa i cui resti sono stati ritrovati nel 2007 all’interno della grotta di Hoyo Negro, un sito archeologico del Pleistocene situato nella penisola dello Yucatan in Messico. Credit: James Chatters / Hoyo Negro / University of California San Diego.

ERADICARE LA MALARIA

Nel 2015 la malaria ha ucciso tra le 438 000 e le 720 000 persone: il 72% erano bambini di età inferiore ai 5 anni e circa il 90% abitava l’Africa subsahariana. La speranza dei ricercatori è di utilizzare la tecnologia chiamata ‘CRISPR gene drive’ per eradicare la malattia. Consiste nel modificare il DNA di alcuni individui delle specie di zanzare responsabili per la diffusione del parassita per diffondere la stessa modifica a tutta la specie. Si potrebbe interventire sul loro DNA perché generino solo maschi, causandone così l’estinzione, oppure renderle resistenti alla malaria e impedirgli così di trasmetterla agli esseri umani. Questi sono i due approcci studiati dai due gruppi di ricercatori impegnati su questo fronte: uno in California (presso le Università della California di San Diego e Irvine) e l’altro all’Imperial College di Londra. È quest’ultima istituzione che ospita il progetto Target Malaria che aspira a testare sul campo il ‘CRISPR gene drive’ entro il 2023. Ma a ostacolare l’impiego di questa tecnologia ci sono soprattutto questioni politiche e di governance. Il primo problema è l’uniformità delle regolamentazioni sui trial clinici. Un esperimento con ‘CRISPR gene drive’ non rimarrebbe, per sua natura, all’interno dei confini nazionali di uno Stato, ma interesserebbe rapidamente i Paesi confinanti. Inoltre bisogna considerare l’accettabilità sociale di una tecnica simile, sviluppata da scienziati occidentali ma da impiegare nel continente africano. [Vox; Dylan Matthews] 

Un progetto pilota esiste già, anche se non riguarda un gene drive ottenuto con la tecnica CRISPR. Si tratta dell’esperimento condotto da Kevin Esvelt di MIT sulle isole di Nantucket e Martha’s vineyard negli Stati Uniti, dove gli scienziati hanno introdotto dei topi geneticamente ingegnerizzati per combattere la malattia di Lyme. Ad affiancare Esvelt in questo progetto definito di responsive science c’è la bioeticista Jeantine Lunshof, che ha ideato e coordinato gli incontri con le comunità locali. [The Atlantic; Ed Yong] 

IL TRIZIO DI FUKUSHIMA

Il Governo giapponese si appresta a organizzare un dibattito pubblico nella zona di Fukushima per decidere come smaltire 1 milione di tonnellate di acqua contaminata con trizio, fuoriuscite dai reattori della centrale nucleare in seguito allo tsunami del 2011. La International Atomic Energy Agency (IAEA) ha raccomandato la diluizione e lo smaltimento nell’Oceano Pacifico: si tratta in assoluto della strategia con i rischi minori. Ma il Governo non ha ancora preso nessuna decisione, spaventato dalle reazioni negative delle popolazioni locali, in particolare delle cooperative di pescatori. [Japan Times; Azby Brown]

E il bilancio è destinato a salire. Ogni giorno infatti circa 150 tonnellate di acqua di falda filtrano all’interno dei reattori, trascinando con se materiale radioattivo. La TEPCO, proprietaria dello stabilimento, pompa le acque contaminate fuori dai reattori e le depura dagli elementi più radioattivi, come cesio e stronzio, ma non dal trizio, l’isotopo 3 dell’idrogeno. L’acqua viene per questo immagazzinata all’interno di enormi barili stagni, oggi sono circa 850, ma la TEPCO stima che dal 2020 non avrà più spazio per posizionare nuovi barili. È dunque necessario procedere allo smaltimento. [Wired; Vince Beiser]

RICERCA E SOCIETÀ

Il risultato del processo di autovalutazione dello European Research Council è chiaro: investire in progetti ad alto rischio paga. Il 31 maggio è stato pubblicato il terzo rapporto di valutazione della ricerca finanziata dallo ERC. Quest’anno sono stati analizzati 223 progetti arrivati a conclusione nella prima metà del 2015. I valutatori, scelti tra i ricercatori europei più esperti, hanno concluso che il 79% di questi 223 progetti ha portato ad avanzamenti scientifici rilevanti e il 19% a vere e proprie scoperte fondamentali. Solo l’1% non ha generato contributi scientifici sufficienti. Ai valutatori è stato poi chiesto di concentrarsi sulla rischiosità dei progetti. Ebbene secondo loro solo il 10% del totale ha intrapreso un percorso scientifico a basso rischio. Si tratta di un esperimento di valutazione nuovo per gli enti finanziatori della ricerca in Europa, che di solito misurano l’efficacia dei loro investimenti singolarmente per ogni progetto e considerano solo l’impatto in termini di pubblicazioni e non di effetti sull’economia e la società. [Nature; Inga Vesper]

Nonostante la crisi economica che ha colpito l’Europa tra il 2008 e il 2012, il tasso di mortalità tra le fasce meno istruite della popolazione europea è diminuito. Questo il risultato dello studio coordinato dall’epidemiologo Johan Mackenbach dell’Erasmus Medical Center nell’ambito del progetto europeo Lifepath, e pubblicato sulla rivista PNAS. Al contrario di quanto accaduto negli Stati Uniti, in 27 Paesi europei la salute dei cittadini meno istruiti è migliorata negli anni della crisi economica, probabilmente grazie alla tenuta dei sistemi di welfare. In particolare i Paesi dell’Europa dell’Est hanno vissuto un’inversione di tendenza: se tra il 1980 e il 2008 il tasso di mortalità tra le persone di età compresa tra 45 e 60 anni è aumentato, tra il 2008 e il 2012 è diminuito. [Scienza in rete; Luca Carra]

L’introduzione, nel 2010, dell’abilitazione scientifica nazionale per accedere ai concorsi di professore associato e ordinario avrebbe determinato un aumento nel numero di auto-citazioni dei ricercatori italiani. Ad affermarlo è uno pubblicato sulla rivista Research Policy. [Nature Index; Dalmeet Singh Chawla]