Letture per il finesettimana #33

[pubblicato su Scienza in rete il 23 maggio 2021]

Buona domenica,
questa settimana parliamo di un nuovo progetto di ricerca sui grandi modelli statistici di linguaggio, delle batterie delle auto elettriche, di cosa spinga i ricercatori ad affiliarsi a più di un’università o centro di ricerca, dell’esitazione vaccinale e del ritorno alla vita offline, siamo pronti? Diamo poi gli ultimi aggiornamenti su Covid-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Un progetto collettivo per studiare i modelli di linguaggio statistico
Si tratta di BigScience, un progetto promosso da Huggingface e a cui partecipano oltre 500 ricercatori. È nato dopo il licenziamento di Gebru e Mitchell dal gruppo di Ethical AI di Google per aver pubblicato un articolo che criticava i modelli di linguaggio statistico basati su campioni di dati di grandissime dimensioni, gli stessi che alimentano già una serie di tecnologie di uso quotidiano, come i motori di ricerca, gli assistenti vocali o i chatbot. L’obiettivo è creare una cultura di ricerca intorno a questi modelli di linguaggio e alle loro implicazioni in termini ambientali, sociali e culturali. Infatti, pur essendo già molto diffusi e avanzati mancano spesso di basi scientifiche solide. La nascita di BigScience non potrebbe avere tempismo migliore. Proprio questa settimana Google ha lanciato un nuovo modello di linguaggio, LaMDA, che promette di integrare al più presto in molti dei suoi prodotti [MIT Technology Review]

2 Milioni di auto elettriche in arrivo: le batterie esauste come verranno smaltite?
Le batterie utilizzate oggi nei veicoli elettrici non sono progettate per essere riciclate. In particolare, sono molto diverse fra loro dal punto di vista chimico e costruttivo e quindi pensare a sistemi efficienti per trattarle è per ora molto difficile. Il problema va affrontato però, perché entro poche decine di anni il numero di veicoli elettrici su strada sarà più di dieci volte di quello attuale (da circa 10 milioni a quasi 150 milioni di veicoli) e riciclarne le batterie permetterà anche di recuperare i cosiddetti “minerali critici” che le compongono, come rame, litio, nickel, cobalto. Questo è un aspetto fondamentale perché, oltre a ridurre l’impatto sull’ambiente, renderebbe i paesi più autosufficienti nell’approvvigionamento di questi materiali che ora sono estraibili in pochi luoghi del mondo [Science]

3 Sempre più ricercatori hanno affiliazioni multiple, probabilmente a causa dei sistemi di valutazione
Un nuovo studio ha considerato 22 milioni di articoli scientifici pubblicati tra il 1996 e il 2019 da parte di ricercatori che lavorano in 40 paesi. Nel 2019 quasi un terzo degli articoli indica almeno un autore o autrice con più di un’affiliazione. Questo fenomeno potrebbe essere dovuto ai meccanismi di valutazione della ricerca che premiano le università e gli istituti con il maggior numero di pubblicazioni all’attivo, ma anche alla ricerca di risorse e opportunità di collaborazione e ai meccanismi di assegnazione dei finanziamenti [LSE Impact Blog]

4 Conquistare la fiducia dei cittadini per combattere l’esitazione vaccinale
Questo è il messaggio centrale dell’intervista che Undark ha realizzato con Heidi Larson, responsabile del Vaccine Confidence Project ed esperta di salute pubblica alla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Nell’affrontare il problema dell’esitazione vaccinale è importante tenere a mente che gli esitanti sono molto diversi dagli antivaccinisti, per evitare di polarizzare subito il dibattito. Secondo punto cruciale è considerare il ruolo dell’emotività di coloro che esitano davanti a un vaccino offerto, magari, ai loro figli. Questa consapevolezza può indicare le strategie di comunicazione efficaci (ad esempio è inutile rispondere ad argomentazioni emotive con un elenco dei fatti e degli studi scientifici). Infine, quando si esita verso un vaccino è probabile che sia perché si nutrono dei dubbi sulla sua sicurezza, ma possono esserci anche altre ragioni, che riguardano le proprie convinzioni religiose o i propri valori. Se poi, come nel caso della comunità nera negli Stati Uniti, c’è un passato di rapporti difficili con i medici e le autorità sanitarie, allora il primo passo è quello di ricostruire la fiducia [Undark]

5 Siamo pronti ad andare finalmente offline?
Dopo quasi un anno e mezzo di pandemia, in cui internet ci è sembrato ancora più vitale di prima e abbiamo speso un tempo indefinito online, sia per lavoro che per svago, le cose sembrano andare meglio e, in alcuni paesi in particolare, si fanno i primi passi di un lento ritorno alla normalità. Ma questo significa che passeremo meno tempo connessi? I primi dati delle piattaforme tecnologiche sembrano indicare di sì [The Atlantic]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Tracciare le varianti del virus si scontra con l’intensità disomogenea dei programmi di sequenziamento [Science]
×  Un nuovo studio correla il livello di anticorpi neutralizzanti nel sangue prodotti dopo il vaccino con la loro efficacia [Nature]
×  In Inghilterra il monitoraggio delle acque reflue aiuta a tracciare le varianti [The Guardian]
×  Intervista di Le Monde a Peter Piot, direttore della London School of Hygiene & Tropical Medicine, in occasione del summit mondiale sulla salute del 21 maggio a Roma e alla vigilia dell’Assemblea Mondiale della Sanità che si riunirà il 24 maggio a Ginevra [Le Monde]
×  Secondo un rapporto dell’OMS, il bilancio ufficiale delle vittime della pandemia potrebbe essere molto sottostimato, i morti sarebbero oltre sei milioni [Le Monde]
×  Il Giappone affronta una quarta ondata, dovrebbe rimandare ancora i giochi olimpici? [The Conversation US]

Letture per il finesettimana #27

[pubblicato su Scienza in rete il 9 aprile 2021]

Buon venerdì,
questa settimana parliamo del momento magnetico anomalo del muone, di come regolare algoritmi e dispositivi medici, dell’internet femminista, della minaccia che gli ftalati rappresentano per la fertilità umana e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Il momento magnetico del muone è più anomalo di quanto pensavamo
L’esperimento Muon g-2 del Fermilab, un laboratorio di fisica delle particelle vicino Chicago, ha reso pubblici mercoledì i risultati, ottenuti analizzando i primi dati raccolti. Gli oltre 200 scienziati della collaborazione, tra cui un nutrito gruppo di italiani, hanno misurato con un’accuratezza mai raggiunta prima il momento magnetico del muone confermando che esiste una differenza statisticamente significativa rispetto al valore previsto dalla teoria, il modello standard. Muon g-2 conferma quanto era stato osservato vent’anni fa al Brookhaven National Laboratory, ma lo fa con una precisione maggiore. C’è infatti una probabilità di 1 su 40 000 che la stima ottenuta sia dovuta al caso. La differenza tra valore sperimentale e teorico potrebbe essere il segnale che esistono nuove particelle elementari che non sono previste dal modello standard, la migliore descrizione che abbiamo delle interazioni al livello microscopico. Proprio ieri, però, un gruppo di fisici teorici ha pubblicato su Nature una nuova stima del momento magnetico del muone usando delle tecniche di calcolo diverse e concludendo che la discrepanza potrebbe essere inferiore. Questa nuova stima teorica, però, deve essere ancora valutata dalla comunità scientifica [Quantamagazine]

2 L’utilizzo degli algoritmi per il riconoscimento delle emozioni deve essere regolato
La pandemia ha favorito la diffusione di software per la classificazione delle emozioni a partire dall’analisi delle espressioni facciali. Sono stati usati per controllare gli studenti durante gli esami online, per monitorare i lavoratori e nei processi di selezione del personale. Eppure, la teoria su cui sono basati è molto controversa e la loro efficacia non è stata mai dimostrata. Al contrario, è noto che abbiano un pregiudizio nei confronti di alcune categorie, per esempio individuano più emozioni negative nelle persone nere. Kate Crawford, ricercatrice a Microsoft Research e autrice del libro “Atlas of AI: Power, Politics, and the Planetary Costs of Artificial Intelligence”, ribadisce la necessità di formulare delle leggi che ne governino l’utilizzo ispirandosi agli studi clinici per l’approvazione dei farmaci [Nature]

3 Per avere dispositivi medici più equi impariamo dal dibattito sugli algoritmi
D’altra parte, l’approvazione dei dispositivi medici potrebbe imparare molto dagli interrogativi che la comunità dell’intelligenza artificiale, in particolare del machine learning, si sta ponendo. I dispositivi medici possono essere discriminatori per via del meccanismo di base su cui è basato il loro funzionamento. Per esempio l’ossimetro misura la percentuale di ossigeno trasportata dal sangue tramite luce e funziona meno bene sulle persone con pelle scura. Questo può causare una maggiore difficoltà di diagnosticare certe patologie in questo gruppo e dunque uno standard inferiore di cura. Ma i dispositivi medici possono generare discriminazione anche a causa dei dati che vengono utilizzati per costruirli, come nel caso delle protesi d’anca che inizialmente venivano progettate su modelli anatomici maschili. Infine, possono esserci dei problemi di interpretazione dei dati generati dai dispositivi medici, come nel caso della spirometria: la convinzione che la capacità polmonare di neri e asiatici sia inferiore a quella dei bianchi ha portato a sottostimare le necessità di cura di questi gruppi [Science]

4 Un internet femminista è un internet migliore per tutti
La vita delle donne online, soprattutto di quelle che hanno un ruolo pubblico, è caratterizzata da violenza, minacce e molestie sessuali. A questo si somma la discriminazione dovuta agli algoritmi usati per animare i social network e i motori di ricerca, progettati e implementati principalmente da uomini bianchi. Se scriviamo in un motore di ricerca “school boy” e “school girl” e confrontiamo i risultati, ci rendiamo conto facilmente della proporzione preoccupante del problema. Ma le cose possono essere anche più sottili, come i sistemi di sorveglianza di Facebook che oscurano foto contenenti immagini sessuali esplicite o di nudo spesso che cancellano anche quelle delle donne che allattano. A provare a cambiare le cose finora sono state le iniziative di gruppi di attivisti o di singole donne, che hanno sviluppato alcuni strumenti per moderare questi fenomeni sui social network. In altri casi, la proposta di cambiamento è stata più radicale: Herd è un nuovo social network dove non ci sono likes e si può scrivere un numero limitato di commenti. Ma la vera battaglia si svolge probabilmente sul piano legislativo. Alla fine della presidenza Obama era stato formulato l’Algorithmic Accountability Act mai approvato dal Congresso durante i quattro anni di Trump. Con Biden le cose potrebbero cambiare [MIT Technology Review]

5 La fertilità, sia maschile che femminile, è in pericolo
È questo il messaggio al centro del libro dell’epidemiologa Shanna Swan e della giornalista Stacey Colino intitolato “Count Down” e in cui le due autrici passano in rassegna la letteratura scientifica che ricerca le cause di questo fenomeno. Swan era diventata famosa nel 2017 pubblicando uno studio che denunciava come il numero di spermatozoi fosse diminuito del 50%-60% tra il 1973 e il 2011. A essere in periocolo non è solo la fertilità maschile, ma anche quella femminile e di molte altre specie animali. Tra le cause che Swan individua, una sembra essere prominente: l’esposizione ai composti chimici, in particolari gli ftalati, che si trovano nelle plastiche ma anche nei prodotti per la cura del corpo e la pulizia della casa. Queste sostanze fanno parte della categoria degli interferenti endocrini che perturbano i sistemi ormonali. I governi dovrebbero intervenire per limitarne l’utilizzo in maniera molto più incisiva di quello che hanno fatto finora [Undark]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  L’EMA ha concluso la sua nuova revisione dei circa 90 casi di una rara forma di trombosi dopo la somministrazione di 25 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca sul territorio dell’UE, Islanda, Norvegia, Svizzera e Regno Unito. Ha concluso che il nesso è probabile e che questi eventi verranno aggiunti alla lista di effetti collaterali del farmaco [EMA]
×  Numerosi stati europei hanno deciso di destinare il vaccino ai cittadini sopra 60 anni, perché la maggioranza degli eventi avversi è stata osservata in persone sotto quella età [Reuters]
×  Il Regno Unito, invece, ha deciso di offrire agli under 30 un vaccino alternativo a quello di AstraZeneca, se disponibile nella loro area di residenza [The Guardian]
×  La variante B.1.1.7 è ora dominante anche negli Stati Uniti [New York Times]
×  Un gruppo di scienziati di diversi paesi del mondo chiedono una nuova e più approfondita indagine sull’origine del SARS-CoV-2, delusi da quella condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità [New York Times]
×  Più di un milione di persone nel Regno Unito accusano i sintomi della sindrome post COVID (o long COVID) dice un sondaggio condotto dall’Office for National Statistics [The Guardian]
×  Gli anticorpi specifici contro SARS-CoV-2 indotti dal vaccino Moderna durano almeno 6 mesi [NEJM]
×  Gli anticorpi prodotti dopo la somministrazione dei vaccini Moderna e Novavax hanno una capacità di neutralizzare la variante B.1.429 emersa in California ridotta rispetto a quella osservata contro le varianti storiche ma paragonabile a quella contro la B.1.1.7. Visto che sul campo questi vaccini si stanno rivelando altamente efficaci nell’evitare le forme sintomatiche dell’infezione da B.1.1.7, lo stesso dovrebbe accadere con la B.1.429 [NEJM]

L’Europa propone un certificato verde digitale per vaccinati, guariti e negativi

[pubblicato su Scienza in rete il 21 marzo 2021]

Cercai invano un posto da contabile. Nel mese di giugno le attività commerciali si fermavano in quella regione. Tutti quelli che potevano permetterselo, lasciavano quel cimitero di febbre gialla. Assumere un giovane non acclimatato sarebbe stata una pessima decisione: o sarebbe morto oppure, molto probabilmente, lo avrebbe colpito una malattia devastante.

Così scriveva l’immigrato tedesco Gustav Dresel nel diario “Houston Journal: Adventures in North America and Texas, 1837-1841” riguardo ai suoi vani tentativi di trovare lavoro a New Orleans alla fine degli anni ’30 dell’Ottocento senza essere “acclimatato”, cioè senza essere sopravvissuto alla febbre gialla. Essere o meno acclimatati in quel periodo voleva dire trovare o non trovare lavoro, sposarsi o no e, per gli schiavi, valere di più o di meno. Come ha scritto la storica di Stanford Kathryn Olivarius quasi un anno fa sul New York Times, la richiesta di immunità alla febbre gialla non creò le disuguaglianze nella New Orleans di quel periodo, ma di certo le esasperò, spingendo addirittura alcuni a cercare di ammalarsi affollando abitazioni anguste, o saltando nel letto dove qualcuno era appena morto per via dell’infezione.

Le parole di Olivarius, sollecitate dal dibattito nato all’inizio della pandemia di COVID-19 riguardo la possibilità di istituire dei passaporti di immunità, ritornano interessanti in questi giorni.

Mercoledì la Commissione Europea ha proposto l’istituzione di un “certificato verde digitale” che permetta di spostarsi tra gli stati membri dell’Unione senza rispettare la quarantena all’arrivo. Il certificato potrà essere ottenuto dimostrando di cadere in uno tra questi tre casi: aver contratto il virus non più di sei mesi prima ed essere guariti, essere stati vaccinati oppure aver ottenuto un risultato negativo sottoponendosi a un test diagnostico (RT-PCR o antigenico rapido).

Continua a leggere L’Europa propone un certificato verde digitale per vaccinati, guariti e negativi

Letture per il finesettimana #25

[pubblicato su Scienza in rete il 21 marzo 2021]

Buon sabato,
questa settimana parliamo del premio Abel per la matematica, del ruolo del giornalismo scientifico durante la pandemia, di un embrione di topo cresciuto in un utero artificiale, delle auto a guida autonoma, dello stress delle madri in riunione su Zoom e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)

1 Il premio Abel è stato assegnato Avi Wigderson and László Lovász
Widgerson, nato in Israele e all’Institute for Advanced Study di Princeton dal 1999, ha dato contributi fondamentali alla teoria della complessità computazionale. Lovász, allievo del matematico ungherese Paul Erdos e ora alla Eötvös Loránd University a Budapest, ha ottenuto risultati molto importanti nell’ambito della teoria dei grafi, un’area della matematica discreta, che hanno tracciato dei confini tra le diverse classi di complessità computazionale [Quantamagazine]

2 Il ruolo del giornalismo scientifico durante la pandemia
Il tema è stato oggetto di una conversazione organizzata dalla scuola di giornalismo scientifico della Brandeis University a cui hanno partecipato Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases e consulente sanitario del presidente degli Stati Uniti, Atul Gawande, chirurgo al Brigham and Women’s Hospital giornalista del New Yorker e Elisabeth Rosenthal, editorialista del New York Times [Brandeis University]

3 Un embrione di topo si è sviluppato in un utero artificiale per metà del suo tempo gestazionale
Un gruppo di ricercatori israeliani ha fatto crescere un embrione di topo per 11 giorni in una speciale incubatrice. È un record per lo sviluppo di un mammifero al di fuori dell’utero e gli scienziati israeliani affermano che gli embrioni umani potrebbero essere i prossimi, sollevando enormi questioni etiche [MIT Technology Review]

4 Il sogno sfuggente delle auto a guida autonoma
Nel libro “Driven: The Race to Create the Autonomous Car”, il giornalista Alex Davies analizza documenti legali e intervista i partecipanti alla prima DARPA Grand Challenge, la gara per auto a guida autonoma organizzata dall’agenzia di ricerca del dipartimento della difesa americana. Racconta così l’eccitazione intorno alla nascente tecnologia dei veicoli autonomi e la sua trasformazione in un settore da miliardi di dollari che vede competere colossi come Google, Uber e le case automobilistiche di Detroit [Undark]

5 Le riunioni in videochiamata sono particolarmente stressanti per le madri. Ecco come i loro colleghi possono aiutarle
«Ho sempre cercato di nascondere ai miei colleghi i miei doveri di madre. Non volevo che mi considerassero meno dedicata al mio lavoro perché ho dei figli. Ma ora, lavorando da casa, non riesco ad assicurarmi che non siano visibili» [Science]

6 Aggiornamenti COVID-19
×  Una serie di Paesi europei hanno sospeso per quattro giorni le somministrazioni col vaccino AstraZeneca per via dell’occorrenza di un numero anomalo di casi di un particolare tipo di trombosi [Die Welt]
×  L’EMA ha stabilito che sulla base delle indagini condotte i benefici del vaccino superano i rischi e che verrà aggiornato il foglietto illustrativo del vaccino AstraZeneca e organizzata una campagna informativa presso il personale sanitario e per aiutare i cittadini a essere consapevoli dei segnali precoci di questo tipo di eventi avversi per mitigarne i rischi [EMA]
×  I paesi europei hanno ripreso le vaccinazioni, nella speranza che l’episodio non abbia compromesso la fiducia dei cittadini [Science]
×  Uno studio osservazionale in Danimarca ha stimato la riduzione del rischio di re-infezione durante la seconda ondata di coloro che si erano ammalati nella prima ondata rispetto a coloro che non si erano ammalati [The Lancet]
×  Cinque ragioni per cui l’immunità di gregge è probabilmente impossibile da raggiungere [Nature]
×  Dieci lezioni di statistica che il governo potrebbe imparare dall’anno appena trascorso [The Royal Statistical Society]
×  Pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati del trial AstraZeneca in Sud Africa che hanno spinto il paese a sospenderne l’utilizzo nella sua campagna vaccinale [NEJM]
×  La Francia autorizza l’uso degli test autosomministrati per le persone senza sintomi sopra i 15 anni [Le Monde]
×  Il virus si è evoluto nelle nuove varianti dominanti nell’organismo di persone con un sistema immunitario debole, probabilmente [The New York Times]
×  La pandemia e i limiti della scienza. Cosa abbiamo durante l’anno che è durato un secolo? [The New York Times]

Le notizie di scienza della settimana #68

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 5 luglio 2018]

Fino a 80 anni di età la probabilità di morire aumenta, poi diminuisce fino ai 105 anni e da lì in poi si stabilizza al 50%. Ogni giorno, dopo il nostro 105esimo compleanno, morire è tanto probabile quanto vedere testa (o croce) comparire sulla faccia di una moneta dopo averla lanciata. Per giungere a questa conclusione un team internazionale di ricercatori, di cui tre appartenenti a istituti italiani, ha analizzato i dati relativi a 4000 italiani di età superiore a 105 anni tra il 2009 e il 2017. I risultati sono stati pubblicati sull’ultimo numero di Science. Credit: Pixinio. Licenza: CC0.

NUOVE FORME DI ASSISTENZA SANITARIA

Negli USA un numero sempre maggiore di persone si sottopone ai test genetici direct to consumer offerti online, per rilevare la presenza di mutazioni pericolose. Quando le trovano spesso si tratta di falsi positivi. Le grandi società, come 23andMe e Ancestry.com, offrono per lo più informazioni riguardanti le origini geografiche e sono autorizzati dalla Food and Drug Adiministration a indagare le mutazioni associate solo a un ristretto numero di malattie e a comunicarle come diagnosi mediche. Esistono però altre compagnie, come Promethease, che offrono ai loro clienti un’analisi genetica molto più vasta, che riguarda cioè numerose malattie, ma senza alcuna validità medica. Rispetto ai laboratori autorizzati, infatti, queste compagnie studiano piccole porzioni dei geni e non geni interi e le confrontano con database di DNA non sottoposti a controlli rigorosi. Gli errori sono all’ordine del giorno, ma raramente i clienti ne sono consapevoli e si rivolgono a strutture autorizzate per accertarsi della loro validità.[The New York Times; Gina Kolata] 

A sette settimane dal suo inizio l’epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo può considerarsi risolta. Un successo che può essere attribuito alla collaborazione proficua tra autorità sanitarie locali e organizzazioni internazionali (Organizzazione Mondiale della Sanità e Medici Senza Frontiere) che hanno gestito la campagna di vaccinazione iniziata il 21 maggio. Secondo il ministro della salute del Paese africano il 28 giugno tutte le persone esposte al virus Ebola avevano terminato il periodo di incubazione di 21 giorni. [Vox; Julia Belluz]

Che ruolo hanno le app per dispositivi mobili nella cura dello stato di salute o malattia delle persone? Come stanno modificando il rapporto tra pazienti e medici? A quali valutazioni e test devono essere sottoposte per entrare a far parte dei trattamenti offerti dal Sistema Sanitario Nazionale? Sono queste le domande che Anna Romano ha posto a Francesco Gabbrielli, responsabile del Centro Nazionale Telemedicina e Nuove Tecniche Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità. [Scienza in rete; Anna Romano] 

UN FUTURO SOSTENIBILE

Nel 2017 sono state utilizzate 90 miliardi di tonnellate di risorse e nel 2050 la quantità potrebbe raddoppiare. Questa tendenza è dovuta alla crescita dell’attività di estrazione di materiali in Asia e Africa. L’estrazione di materiali, la loro lavorazione e infine lo smaltimento hanno un impatto notevole sull’ambiente, in termini di perdita di biodiversità, consumo di suolo, inquinamento di acqua e aria. Sull’ultimo numero di Science, dedicato alla sostenibilità, due ingegneri propongono cinque cambiamenti che potrebbero mitigare il problema: allungamento della vita utile dei materiali, miglioramento dei processi di manifattura per limitare la quantità di materia prima utilizzata, ricerca e sviluppo di materiali a basso impatto ambientale e, infine, riutilizzo e riciclo. [Science; Elsa A. Olivetti, Jonathan M. Cullen]

Dal 23 giugno lo stato indiano del Maharashtra, di cui è capitale Bombay, ha messo al bando l’utilizzo di sacchetti, cannucce, piatti e bottiglie di plastica. I trasgressori rischiano multe da 5 000 a 25 000 rupie e 3 mesi di prigione. Il primo ministro Narendra Modi ha definito la plastica “una minaccia per l’umanità” e 25 stati indiani hanno messo al bando, totalmente o parzialmente, la plastica non riciclabile. Ma lo stato del Maharashtra, 115 milioni di abitanti, è il primo a prevedere delle sanzioni, e sono stati dispiegati, nella sola Bomaby, 225 controllori.[Le Monde; Guillaume Delacroix]

Delle centinaia di milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno solo il 14-18% vengono riciclate. Parla chiaro il report dell’OECD ‘Improving Markets for Recycled Plastics’, pubblicato a fine maggio, ma perché una percentuale così bassa? [Scienza in rete; Anna Romano]

RICERCA E SOCIETÀ

L’immigrazione nell’Europa occidentale non solo non è un peso economico, ma anzi produce in pochi anni un aumento del PIL pro capite e del bilancio fiscale. È questa la stima ottenuta da un gruppo di ricercatori del CNRS francese, che ha analizzato trent’anni di dati sull’immigrazione (dal 1985 al 2015) in 15 Paesi europei, tra cui l’Italia. A distanza di un anno dall’ingresso nel Paese europeo il beneficio si misura in un aumento dello 0,32% del PIL pro capite e dello 0,11% del bilancio fiscale. [Scienza in rete; Anna Romano]

Tutta la ricerca finanziata dalla Commissione Europea dovrà essere pubblicata in Open Access entro il 2020. Per garantire il raggiungimento di questo obiettivo, la Commissione ha lanciato l’Open Science Monitor, ma ne ha appaltato una parte al gigante dell’editoria scientifica Elsevier. L’obiettivo dell’Open Science Monitor è di sviluppare indicatori che misurino il grado di “apertura” della scienza europea, soprattutto nei confronti dei decisori politici. Se Elsevier si occuperà dello sviluppo di questi indici è probabile che saranno indici proprietari, basati cioè su database a pagamento. La contraddizione è allarmante: nell’ultimo anno diversi consorzi di biblioteche universitarie in Europa hanno deciso di boicottare le riviste pubblicate da Elsevier, per le clausole di segretezza imposte sui propri contratti, e per i costi sempre in crescita dell’accesso alle pubblicazioni. Con questa decisione la Commissione mette a rischio la riuscita dell’intera operazione. [The Guardian; Jon Tennant]

«Lost confidence in one of your own findings? Join our project and share your story!» É questo il messaggio che compare sul sito del ‘Loss of confidence project’, ideato dalla psicologa Julia Rohrer della International Max Planck Research School on the Life Course. Il progetto intende incoraggiare i ricercatori a condividere eventuali dubbi sui propri risultati scientifici, che possono sorgere anche molti anni dopo la pubblicazione. Non tutti gli errori richiedono, secondo Rohrer, di ritirare la pubblicazione. In molti casi sono stati commessi in buona fede o basandosi su assunzioni che non reggono più alla prova dei fatti.[Undark Magazine; Dalmeet Singh Chawla]

Algoritmi umani alla francese

[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 21 marzo 2018]

Le rivelazioni di Chrstopher Wylie, data scientist canadese di 28 anni ex dipendente della società di consulenza Cambridge Analytica, confermano ancora una volta l’importanza degli algoritmi, in particolare quelli di machine learning (che basano cioè parte del loro funzionamento sui dati), nell’influenzare i processi sociali e, in ultima battuta, la vita dei singoli individui.

Quanto affermato da Wylie promette infatti di avere conseguenze su due diverse inchieste parlamentari: quella sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane del 2016 e quella riguardo il referendum britannico sull’uscita dall’Unione Europea. Wylie ha reso pubblici una serie di documenti che testimoniano come Cambridge Analytica sviluppò il suo algoritmo di microtargeting psicologico basandosi sui dati Facebook di decine di milioni di elettori americani, ottenuti illegalmente tramite la società Global Science Research, del ricercatore dell’Università di Cambridge Aleksandr Kogan. Kogan riuscì a raccogliere i dati dichiarando che sarebbero stati usati per scopi accademici, salvo poi venderli a Cambridge Analytica per un milione di dollari.

I rischi connessi all’utilizzo degli algoritmi come sistemi di assistenza alla decisione stanno emergendo in diversi ambiti: finanza, assicurazioni, accesso al credito, giustizia, sicurezza, gestione del personale e, appunto, informazione e propaganda politica. Li racconta bene Cathy O’Neil nel suo libro Weapons of math destruction (che abbiamo recensito qui), in cui si capisce chiaramente qual è il problema: gli algoritmi apprendono dai dati prodotti dai nostri comportamenti e in questi sono incorporati anche i nostri pregiudizi.

Continua a leggere Algoritmi umani alla francese