Durante la pandemia, i risultati degli studi scientifici, spesso finanziati dal governo, sono stati trascinati in un sistema di comunicazione progettato per pubblicizzare le idee del governo. Più volte gli esperti di comunicazione del governo, frustrati dai messaggi contrastanti degli scienziati di alto livello che parlavano apertamente delle incertezze e delle lacune nelle nostre conoscenze su diverse questioni, dall’uso delle mascherine al contributo delle scuole nella diffusione del contagio, mi chiedevano come arginare questo fenomeno. Stavano chiedendo alla persona sbagliata. Capivo la loro frustrazione, ma ho risposto che sorvolare sull’incertezza e sulle opinioni contrastanti avrebbe rischiato di minare la fiducia del pubblico nella scienza in un momento critico. Non esisteva “la scienza” su Covid.
A scrivere è Fiona Fox, direttrice dello Science Media Centre britannico, sull’ultimo numero di The Observer, l’edizione domenicale del quotidiano The Guardian.
Lo Science Media Centre è un ufficio stampa scientifico indipendente finanziato da un insieme di donatori che comprendono università e centri di ricerca, organizzazioni non governative, gruppi di pazienti, gruppi editoriali e ospitato nella sede della Wellcome Collection a Londra. Lo statuto del centro prevede che nessun donatore contribuisca con più del 5% del budget annuale di circa 850 000 euro, fatta eccezione per il Wellcome Trust, un ente di beneficenza, e lo UK Research and Innovation, l’agenzia pubblica della ricerca. Il Centro svolge un ruolo di mediazione tra scienziati e istituzioni scientifiche, università e centri di ricerca da una parte e il mondo dei media dall’altra. È stato istituito venti anni fa su proposta della commissione scienza e tecnologia della House of Lords in seguito a una serie di esperienze negative della stampa inglese su temi come l’uso degli OGM in agricoltura, il falso legame tra vaccini e autismo e l’encefalopatia spongiforme bovina (divenuta nota come “morbo della mucca pazza”).
Il principale obiettivo dei fondatori e della stessa Fox, che venne nominata direttrice allora, era quello di incoraggiare gli scienziati, spaventati dall’impatto delle loro dichiarazioni sull’opinione pubblica, a far sentire la propria voce. Il motto del centro è “The media will do science better when scientists do the media better”.
«Questo vuol dire che l’unico modo di migliorare la copertura giornalistica della scienza è far sì che gli scienziati si gettino nella mischia e interagiscano con i media. Proprio questo è il motivo per cui il nostro Centro è stato fondato», ha spiegato Hannah Taylor-Lewis, addetta stampa dello Science Media Centre, intervenendo durante un incontro sul tema organizzato dall’Ambasciata britannica a Roma lo scorso giovedì 31 marzo.
L’ageusia, la perdita del gusto, era un argomento di nicchia nella ricerca biomedica fino a gennaio 2020. PubMed, il database curato dai National Institutes of Health statunitensi che raccoglie le pubblicazioni in ambito medico e biologico di tutta la comunità scientifica internazionale, ne contava circa 9 nel 2018 e 7 nel 2019. Lo scoppio della pandemia ha cambiato le cose e nel 2020 gli articoli riguardanti questa patologia sono stati 176. Lo stesso è accaduto per la quarantena, circa 700 pubblicazioni sul tema nel 2018 e 2019 e 3 500 nel 2020, o per le mascherine, 470 nel 2018, 684 nel 2019 e oltre 2 000 articoli nel 2020. Ma all’ascesa di ageusia, quarantena e mascherine, insieme ad altri argomenti di ricerca legati a Covid-19, è corrisposta una contrazione dell’attenzione dei ricercatori verso quelli non legati alla pandemia.
Buon venerdì,
questa settimana parliamo del rover Perseverance della NASA atterrato sulla superficie di Marte, del più antico DNA mai sequenziato, della necessità di dati genomici delle popolazioni africane, della riforma della legge sull’istruzione in Russia che minaccia la libertà di espressione degli accademici, del divario tra i salari offerti a uomini e donne con un dottorato di ricerca negli Stati Uniti e in Canada e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)
1 Il rover della NASA Perseverance ha toccato ieri sera la superficie di Marte
Obiettivo della sua missione è la ricerca di tracce di vita sul pianeta rosso. Infatti, grazie ai sofisticati strumenti che ospita a bordo, sarà in grado di analizzare la composizione chimica delle rocce in superficie e in profondità e anche di prelevare dei campioni da portare sulla Terra per permettere agli scienziati di condurre ulteriori ricerche. La missione Perseverance cercherà anche di far decollare dal rover un piccolo elicottero, chiamato Ingenuity, per esplorare la superficie marziana dalla sua atmosfera. Perseverance è l’ultimo di una serie di rover che la NASA ha inviato su Marte a partire dalla fine degli anni ’90, Spirit, Opportunity e Curiosity, e si aggiunge ad altre due sonde lanciate nell’ultimo mese dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Cina che però stanno studiando il pianeta dalla sua orbita [The New York Times]
2 Un gruppo internazionale di ricercatori ha sequenziato il più antico DNA di sempre
Si tratta del genoma ottenuto dai resti dei denti di mammut conservati nel permafrost siberiano in due diversi siti, Adycha e Krestovka, e risalenti rispettivamente a 1,1 e 1,2 milioni di anni fa. Il ruolo del permafrost è stato fondamentale perché ha rallentato il processo di frammentazione del DNA che lo riduce in frammenti di lunghezza via via minore fino a farli diventare “illeggibili”. Sequenziando il DNA di questi resti e ricostruendo la loro posizione nell’albero filogenetico, gli scienziati hanno scoperto che il mammut colombiano ha un’origine ibrida derivante dalla combinazione tra il mammut lanoso e la specie ritrovata nel sito di Krestovka. Si tratta della prima prova di origine di una specie per mescolamento invece che per divergenza. Il DNA più antico sequenziato prima di questo risaliva a 560 000 anni fa [The Conversation]
3 Un ricercatore vuole sequenziare il DNA di 3 milioni di africani
Del milione di persone di cui è stato sequenziato il genoma finora, solo il 2% è africano o di recente origine africana. Eppure l’Africa offre la maggiore variabilità genetica tra tutti i continenti e dunque ha un incredibile potenziale per la ricerca. Ambroise Wonkam, professore all’Istituto di malattie infettive e medicina molecolare di Capetown, ha proposto un progetto, chiamato 3MAG, per sequenziare il genoma di 3 milioni di africani in dieci anni con un finanziamento annuo di 3,7 milioni di euro. Il sequenziamento del DNA umano, completata per la prima volta 20 anni fa dallo Human Genome Project, ha permesso di comprende i meccanismi che causano alcune malattie e mettere a punto dei trattamenti. Il progetto, dunque, garantirebbe agli africani la possibilità di accedere alla medicina genetica [Le Monde]
4 La Russia vuole riformare la legge sull’istruzione per controllare la comunicazione degli scienziati
La comunità scientifica russa sta manifestando il suo dissenso verso l’emendamento alla legge sull’istruzione che è in discussione nella camera bassa del parlamento, la Duma. La riforma prevede che gli accademici debbano chiedere l’autorizzazione delle autorità delle Stato per condurre attività di divulgazione scientifica. Il timore è che questo riduca l’alfabetizzazione scientifica del Paese e che inibisca la collaborazione con la comunità scientifica internazionale [Nature]
5 In Canada e negli Stati Uniti si allarga il divario salariale tra donne e uomini con un dottorato di ricerca
Questo è il risultato di un sondaggio condotto dalla National Science Foundation statunitense che ha preso in considerazione 19 500 persone che hanno ottenuto un dottorato di ricerca tra luglio 2018 e giugno 2019 e che hanno ricevuto un’offerta di lavoro fuori dall’accademia. Il salario annuo atteso dagli uomini era di 95 000 dollari, mentre quello delle donne 72 500 in media. Il gap, pari a 22 500 dollari all’anno, è più elevato di quello stimato da un sondaggio analogo condotto lo scorso anno e pari a 18 000 dollari. Questo divario si osserva anche guardando ai singoli settori industriali separatamente, mentre è del tutto assente tra coloro che hanno proseguito con la carriera accademica [Nature]
6 Aggiornamenti COVID-19
× L’indagine rapida sulla variante B.1.1.7 (quella emersa nel Regno Unito) dice che in Italia questa rappresenta il 17,8% delle infezioni rilevate il 3 e 4 febbraio [Istituto Superiore di Sanità]
× A causa della diffusione delle varianti cambiano le regole sull’utilizzo dei tamponi rapidi [Ministero della Salute]
× Da lunedì chi arriva nel Regno Unito da paesi ad alto rischio deve rimanere isolato per dieci giorni in hotel a proprie spese [The Guardian]
× Tra le 600 000 persone che in Israele sono state vaccinate con il farmaco Pfizer/BioNTech è stata osservata una riduzione del 94% delle infezioni sintomatiche [The Wall Street Journal]
× La variante B.1.1.7 sembra comportare un rischio aumentato di ospedalizzazione e di morte [The New York Times]
× La variante B.1351 ridurrebbe gli anticorpi protettivi indotti dal vaccino Pfizer/BioNTech, questo non vuol dire che lo rende meno efficace nell’evitare infezioni sintomatiche [Reuters]
× Il corpo è tutt’altro che impotente rispetto alle varianti del SARS-CoV-2. Il virus evolve ma anche gli anticorpi che lo contrastano possono cambiare [The Atlantic]
× Cosa succede quando i vaccini contro COVID-19 incontrano le nuove varianti del virus? [The Economist]
× Alcuni scienziati propongono di considerare la strategia zero-COVID in Europa [The Lancet]
× Un’intervista a Peter Ben Embarek, leader della missione dell’OMS in Cina per la ricerca delle origini del SARS-CoV-2 [Science]
× SARS-CoV-2 diventerà endemico: questo il risultato di un sondaggio di Nature condotto tra immunologi, virologi ed infettivologi [Nature]
× L’app per il tracciamento digitale del contagio nel Regno Unito ha fatto la differenza [MIT Technology Review]
× I CDC hanno pubblicato le linee guida per la riapertura delle scuole [Vox]
× Su PNAS pubblicato uno studio sul rischio di contagio per insegnanti e genitori se le scuole restano aperte senza osservare alcune misure di igiene e distanziamento (dati della Svezia relativi alla primavera del 2020) [Science]
Buon venerdì,
questa settimana parliamo di inquinamento atmosferico, di auditing degli algoritmi, del rischio di finire il fosforo, di come comunicare la statistica ai giornalisti, della sonda cinese che è entrata nell’orbita di Marte e diamo gli ultimi aggiornamenti su COVID-19. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)
1 Il killer invisibile: l’inquinamento atmosferico dovuto ai combustibili fossili ha causato 8,7 milioni di morti nel 2018
Il bilancio ottenuto da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Environmental Research è più alto di quelli stimati in passato. Si basa su dati più dettagliati riguardo i livelli di concentrazione delle polveri sottili in atmosfera (le cosiddette PM 2.5) dovute ai combustibili fossili e su una modellizzazione più accurata del rischio di morte connesso all’esposizione a questi fattori inquinanti. La ricerca stima che nel 2018 nell’Asia occidentale le PM 2.5 emesse dai combustibili fossili abbiano causato un terzo delle morti osservate in quell’anno (3,9 milioni di vittime in Cina e 2,5 milioni in India) e circa un quinto di quelle osservate in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Lo studio ha considerato anche il numero di morti dovute a infezioni delle basse vie aeree tra i bambini al di sotto dei 5 anni di età, concludendo che un settimo è dovuto all’inquinamento atmosferico causato dai combustibili fossili [The Guardian]
2 L’auditing degli algoritmi utilizzati per la selezione del personale ha dei limiti
Tra il 2016 e il 2020 la percentuale di aziende che ricorrono a sistemi di intelligenza artificiale per scremare le candidature per una certa posizione sono passate dal 10% al 39%. Come accade con altri sistemi automatici di assistenza alla decisione, questi algoritmi possono essere discriminatori. Una delle soluzioni al problema, che viene proposta da tempo, è quello di sottoporli a auditing, processi di verifica. Tuttavia questa pratica, che negli Stati Uniti comincia a diffondersi, ha dei limiti: pur avendo accesso a tutte le componenti dell’algoritmo (il codice e i dati che utilizza) può essere davvero difficile capire se tratta i candidati in maniera iniqua. Il rischio è che le aziende nascondano il cattivo funzionamento di questi sistemi dietro il bollino di qualità emesso frettolosamente e senza particolare accuratezza da qualche società di auditing algoritmico [MIT Technology Review]
3 L’umanità sta buttando via il fosforo
Gli esseri umani stanno esaurendo uno degli ingredienti più preziosi per la nostra sopravvivenza: il fosforo. L’elemento, che si trova nella crosta terrestre, forma l’impalcatura del DNA, le membrane delle cellule animali e vegetali e i nostri scheletri. La maggior parte del fosforo che assumiamo tramite l’alimentazione viene eliminato tramite urine e feci, che sono state fino al secolo scorso riutilizzate come fertilizzanti proprio per l’elevato contenuto di fosforo. Oggi, però, c’è una pericolosa disconnessione tra gli esseri umani e il suolo da cui dipendono, e i rifiuti finiscono per inquinare l’ambiente piuttosto che essere utilizzati in agricoltura. La caccia al fosforo portò gli inglesi del diciannovesimo secolo a scavare depositi geologici noti come coproliti e anticamente le città desertiche fertilizzavano i loro giardini con la cacca di piccione. Oggi, le fonti per l’estrazione del fosforo stanno diminuendo, spingendo gli scienziati a cercare nuovi modi per ripristinare le connessioni tra rifiuti umani e agricoltura [The Atlantic]
4 Come comunicare le statistiche ai media
Nell’ultimo anno i due statistici britannici Kevin McConway e David Spiegelhalter hanno avuto a che fare con i media molto più spesso che in passato e hanno dei consigli da dare ai loro colleghi. Alcuni riguardano il rapporto con i giornalisti (seguire dei corsi di comunicazione, non rispondere a domande che escono dalla propria area di competenza, chiedere sempre se la conversazione in corso è “on the records” or “off the records”), altri sono destinati più specificamente agli statistici. I due studiosi consigliano di parlare per esempi, meglio se questi sono personali, di non usare termini tecnici come “intervallo di confidenza” o “P-value”, ma piuttosto spiegarli (invece di parlare di sensibilità di un test, dire quale percentuale di persone con una certa malattia otterrebbero un risultato positivo da quel test). Aggiungono poi che è importante avere degli esempi numerici a portata di mano (durante la pandemia questo significa essere sempre aggiornati sul numero di nuovi casi, ricoveri e decessi e sull’efficacia dei vaccini), di non schierarsi da una parte o dall’altra e di confrontarsi con altri colleghi per capire qual è il modo migliore di parlare di certi argomenti con un pubblico non specialistico [LSE Impact Blog]
5 La navicella cinese Tianwen è entrata nell’orbita di Marte
Dopo aver osservato la sonda degli Emirati Arabi Uniti entrare nell’orbita del pianeta rosso martedì, mercoledì è stata la volta della navicella cinese, partita dalla Terra lo scorso luglio. A bordo di Tianwen ci sono un lander e un rover che dovrebbero raggiungere la superficie di Marte non più tardi di maggio, secondo fonti cinesi. Si uniranno a un trio di rover della NASA che stanno già esplorando la superficie del pianeta. La sua destinazione è Utopia Planitia, un bacino nell’emisfero nord che è ritenuto essere il punto di impatto di un meteorite. Il successo registrato mercoledì arriva a dieci anni dal fallimento della prima missione cinese diretta su Marte, quando la navicella Yinghuo-1 bruciò nell’atmosfera terrestre per via di un guasto al razzo russo che la trasportava [The New York Times]
6 Aggiornamenti COVID-19
× Lo studio clinico britannico Recovery ha mostrato che il farmaco antinfiammatorio tocilizumab ha ridotto il rischio di morte delle persone ricoverate in ospedale, la necessità di ventilazione meccanica e il tempo trascorso in ospedale [Science]
× Primi segnali da Israele: già dopo la prima dose, il vaccino Pfizer/BioNTech ridurrebbe la carica virale e dunque la probabilità di trasmettere l’infezione [medRxiv]
× In Sud Africa sospesa la somministrazione del vaccino AstraZeneca perché gli studi clinici non mostrano la sua efficacia nell’evitare l’insorgenza della malattia in forme miti o moderate [Science]
× Vaccini a prova di variante: investire ora per la prossima pandemia [Nature]
× L’OMS raccomanda l’utilizzo del vaccino AstraZeneca anche sopra i 65 anni, contrariamente alle agenzie del farmaco di diversi paesi europei [Le Monde]
× Usare il nudging in maniera efficace per favorire l’adesione alle vaccinazioni può fare la differenza [Nature]
× La fiducia verso i vaccini sta crescendo in numerosi paesi del mondo (compresa l’Italia) [Nature]
× L’immunità di gregge è sempre più un miraggio [The Atlantic]
× La missione dell’OMS a Wuhan si è conclusa e martedì si è tenuta una conferenza stampa. L’ipotesi dell’origine da un laboratorio è stata definita ‘estremamente improbabile’ [The Guardian]
× Gli adulti tra i 20 e i 49 anni sarebbero i maggiori responsabili per la circolazione dell’infezione negli Stati Uniti da ottobre 2020 [Science]
× Il virus si trasmette per via aerea, le superfici sono (quasi) sicure [Nature]
[pubblicato originariamente su Scienza in rete 15 gennaio 2021]
Buon venerdì,
questa settimana parliamo del rapporto tra scienza e politica durante la pandemia, della variante B-117 del virus, della necessità di regolare l’utilizzo degli algoritmi come sistemi di assistenza alla decisione, delle prospettive dell’amministrazione Biden sul cambiamento climatico, del piano della Cina di diventare leader mondiale nel campo dell’innovazione. Buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)
1 Il rapporto tra scienza e politica durante la pandemia
La pandemia ha avvicinato la sfera politica a quella della ricerca scientifica, che si sono mutualmente influenzate. Studiando i documenti prodotti negli ultimi mesi da governi nazionali, organizzazioni intergovernamentali come l’OMS e organizzazioni non governative, un gruppo di ricercatori statunitensi ha cercato di capire le caratteristiche di questo rapporto, raggiungendo due conclusioni interessanti. La prima è che sono state le organizzazioni intergovernamentali a citare più spesso gli articoli scientifici, agendo di fatto da mediatrici fra i governi nazionali e la comunità scientifica. La seconda è che l’accelerazione della produzione scientifica e del ricorso ad archivi aperti in cui depositare lavori ancora non sottoposti a peer review ha messo a disposizione dei decisori conclusioni scientifiche meno robuste, alcune delle quali sono poi state riviste, e non tutti sono stati capaci di distinguerle dalle conoscenze più consolidate [Science]
2 Abbiamo perso la battaglia contro SARS-CoV-2 nel 2020. Possiamo vincere quella contro B-117 nel 2021
Marc Lipsitch, epidemiologo alla Harvard T.H. Chan School of Public Health lancia l’allarme sulla variante B-117, quella che si è diffusa con particolare violenza nel Regno Unito e in Irlanda. Ma lo fa in modo costruttivo. Suggerisce di guardare alla B-117 come a un nuovo virus verso cui però siamo molto più attrezzati rispetto a quanto non fossimo un anno fa contro il SARS-CoV-2. Prima di tutto abbiamo già dei testi diagnostici validati in grado di riconoscere la presenza della variante. È importante quindi usare questi test, incrementando in modo sostanziale le attività di sequenziamento, che per ora negli USA sono estremamente limitate (solo lo 0,3% contro il 60% dell’Australia e il 7% del Regno Unito). Individuare i focolai del B-117 è fondamentale per limitarne la diffusione. Per farlo si potrebbe somministrare i vaccini prioritariamente alle zone interessate (dagli studi di Moderna e BioNTech i vaccini sembrano efficaci) e anche rinforzare le operazioni di tracciamento [STAT News]
3 La pandemia ha favorito la diffusione di sistemi automatici di assistenza alla decisione
Il fallimento dell’algoritmo utilizzato nel Regno Unito per stabilire i voti degli A-level (la maturità inglese) ad agosto del 2020, ritirato dal Ministero dell’istruzione perché giudicato discriminatorio, è solo uno degli esempi che deve farci alzare le antenne: la pandemia ha fatto sì che una serie di sistemi fossero applicati sul campo prima di essere sottoposti a una revisione approfondita. Un caso analogo è quello dei sistemi di sorveglianza degli studenti a distanza, i cosiddetti e-proctor. Numerosi sono stati anche i software impiegati nel controllo dei confini che hanno mostrato i loro limiti e la loro pericolosità. Negli ultimi anni la necessità di formulare principi e pratiche relative alla governance degli algoritmi, soprattutto di quelli utilizzati dalle istituzioni pubbliche, è diventata sempre più pressante e qualche primo successo è arrivato. Un esempio è la sentenza che ha vietato l’utilizzo dell’algoritmo antifrode SyRi da parte del governo olandese. Allo stesso tempo però i governi stanno facendo pressione, usando come scusa il timore di rimanere indietro nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale. La pandemia ha accelerato questo processo [Financial Times]
4 Biden ha qualche chance in più di promuovere politiche incisive contro il cambiamento climatico
La vittoria dei due senatori democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock in Georgia ha assicurato la maggioranza ai democratici al Senato, anche se solo grazie al voto della vice-presidente Kamala Harris che può intervenire in casi di parità come questo (50 senatori democratici e 50 repubblicani). Questa situazione potrebbe permettere a Biden di far approvare più facilmente le nomine dei vertici di dipartimenti fondamentali per le politiche climatiche, come il Department of Energy e la Environmental Protection Agency. Questo favorirebbe il ripristino di una serie di misure di riduzione delle emissioni che l’amministrazione Trump aveva bloccato o messo in pericolo. Appare però improbabile, con una maggioranza così risicata, che Biden riesca a far passare riforme più ambiziose. La speranza però è che sia in grado di cambiare il governo della pandemia, fattore fondamentale perché il contrasto al cambiamento climatico ritorni in primo piano nell’agenda pubblica e politica statunitense [MIT Technology Review]
5 La Cina: una potenza scientifica lanciata a tutta velocità
Nel suo discorso di fine anno, il leader cinese Xi Jinping ha celebrato tre grandi conquiste scientifiche del suo Paese: il lancio della navicella Tianwen-1 su Marte, il rientro sulla Terra della sonda Chang’e-5 dalla Luna con a bordo dei campioni di roccia prelevati dalla superficie del nostro satellite e la missione del sommergibile Fendouzhe che ha raggiunto i 10 mila metri di profondità nella Fosse delle Marianne. Il messaggio del Presidente è che intende tenere fede alla sua promessa di far diventare la Cina il Paese più innovativo del mondo entro il 2049, nonostante il conflitto commerciale con gli Stati Uniti avviato da Donald Trump [Le Monde]
6 Aggiornamenti COVID-19
× Il team dell’OMS che indagherà sulle origini del virus è arrivato a Wuhan [Science]
× La Cina ha imposto il lockdown a 22 milioni di persone per controllare un nuovo focolaio, il primo dopo mesi [The New York Times]
× Iniziata nel Regno Unito la fase 3 dello studio clinico che misurerà l’efficacia del trattamento contro Covid-19 basato sull’interferone beta-1a sviluppato dall’Università di Southampton e prodotto da Synairgen [BBC]
× Perché una variante del virus con tasso di contagiosità superiore del 50% rispetto a quello “attuale” è più pericolosa di una con tasso di letalità superiore del 50%? [Le Monde] × Cosa sappiamo sull’immunità che si sviluppa contro SARS-CoV-2 dopo aver superato l’infezione? Una revisione delle conoscenze accumulate finora [Cell]
× L’immunità a SARS-COV-2 dura almeno 8 mesi [Science]
× Johnson&Johsnon ha pubblicato i primi dati di efficacia del suo vaccino che sembrano mostrare un buon livello di anticorpi neutralizzanti il virus nel 90% dei vaccinati già dopo la prima dose. L’azienda sta conducendo due studi di fase 3 per confrontare l’efficacia della singola dose con quella della doppia dose [STAT News]
× I risultati di efficacia del vaccino di Sinovac in Brasile sono peggiori di quelli annunciati in precedenza [Science]
× Un editoriale di Nature chiede alle istituzioni britanniche i dati che giustificano la decisione di cambiare i piani di somministrazione dei vaccini [Nature]
× Nella Valle del Rio Grande, una regione meridionale del Texas al confine con il Messico, il personale sanitario che ha rifiutato di ricevere la vaccinazione contro COVID-19 è stato così numeroso che hanno chiamato politici e sceriffi per non sprecare le dosi [Pro Publica]
× Anche in Alto Adige un numero anomalo di sanitari sta rifiutando il vaccino [Fanpage]
[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 27 novembre 2020]
Buon venerdì,
questa settimana parliamo dell’aumento dei finanziamenti pubblici alla ricerca in Spagna, delle cinque regole d’oro per comunicare le prove scientifiche, di un sistema di deep learning che sintetizza in una frase il contenuto di interi articoli scientifici, del documentario sui bias degli algoritmi appena uscito negli Stati Uniti, della qualità dell’aria in Europa e sintetizziamo le notizie salienti sulla COVID-19.
Buona lettura e al prossimo venerdì (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l’iscrizione)
1 Il governo spagnolo propone un sorprendente aumento di fondi pubblici per la ricerca
Il Governo spagnolo presieduto dal socialista Pedro Sanchez ha proposto un consistente aumento di bilancio destinato al ministero della scienza per il 2021. Si parla del 60% in più rispetto al 2020, per un totale di 3,2 miliardi di euro. Se approvato dal Parlamento, si tratterebbe del finanziamento più alto mai ricevuto dalla ricerca pubblica in Spagna. 1,1 miliardi di questa somma provengono dal fondo NextGenerationEU, stanziato dalla Commissione Europea per far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia. I ricercatori spagnoli hanno accolto con entusiasmo la notizia, ma sottolineano l’importanza che questo livello di fondi venga garantito per un periodo di tempo sufficiente per poter sostenere delle azioni di lungo periodo e ridare fiato alla scienza spagnola che più di altri settori ha sofferto i tagli dovuti all’austerity degli ultimi dieci anni [Nature]
2 Le cinque regole per comunicare le prove scientifiche
Il Winton Centre for Risk and Evidence Communication dell’Università di Oxford ha individuato cinque principi da tenere a mente nella comunicazione della conoscenza scientifica su temi di interesse pubblico. Una comunicazione di successo, sottolineano i ricercatori, non è quella che spinge il pubblico verso una particolare decisione, ma piuttosto quella che chiarisce cosa è noto su un argomento e come questo debba influenzare il processo decisionale. I cinque principi sono: informare, non persuadere; includere tutte le prove disponibili, non solo quelle a favore delle nostre convinzioni; evidenziare ciò che non si sa e il grado di incertezza su quello che si sa; commentare la qualità delle prove disponibili; dare spazio ai dubbi più comuni sul tema per provare a prevenire la disinformazione [Nature]
3 Un’intelligenza artificiale sintetizza in una frase il contenuto di articoli scientifici
È stata sviluppata dall’Allen Institute for Artificial Intelligence che la ha testata per ora sugli articoli dell’area di computer science. Il risultato è mostrato dal sistema di ricerca di pubblicazioni scientifiche messo a punto dallo stesso istituto e chiamato Semantic Scholar. Digitando, per esempio, l’espressione ‘natural language processing’ in questo motore di ricerca, vedremo apparire sotto il titolo degli articoli elencati tra i risultati una frase preceduta dall’acronimo TLDR, too long, didn’t read. Questo strumento potrebbe aiutare i ricercatori a orientarsi in un’area incredibilmente produttiva in questo momento storico. Mentre finora si erano sperimentati dei sistemi cosiddetti ‘estrattivi’, capaci cioè di individuare le frasi più salienti all’interno dell’articolo, i progressi nei sistemi di analisi ed elaborazione del linguaggio naturale hanno permesso di passare a un approccio cosiddetto ‘astrattivo’, capace di formulare nuove frasi a partire da un’analisi del contenuto dell’intero articolo [MIT Technology Review]
4 È appena uscito negli Stati Uniti il documentario ‘Coded Bias’che racconta come gli algoritmi di machine learning possono essere razzisti
Il documentario racconta la storia di Joy Buolamwini, ricercatrice nera dello MIT Media Lab, che si rende conto che i software per il riconoscimento facciale sono in grado di rilevare il suo volto solo se indossa una maschera bianca. Questo accade perché la gran parte di essi viene allenata su archivi di immagini che sono per la maggioranza volti di uomini bianchi. Nel seguire il viaggio di Buolamwini dalle prime ricerche fino all’audizione davanti al Congresso sulle tecnologie per il riconoscimento facciale, Shalini Kantayya, la regista, lega insieme una serie di storie locali e internazionali che mostrano come i sistemi di machine learning utilizzati nei campi più diversi, dalla selezione del personale alla giustizia e la prevenzione del crimine, siano capaci di perpetuare, amplificandole, le ingiustizie già presenti nella nostra società [The New York Times]
5 In Europa tre cittadini su quattro sono esposti a livelli di inquinamento dell’aria sopra i limiti di sicurezza
Il rapporto annuale dell’agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria, pubblicato lunedì, mostra che nell’ultimo decennio le cose sono nettamente migliorate: tra il 2009 e il 2018 il numero di morti annuali collegate all’esposizione al particolato fine, il più pericoloso per la salute, è diminuito di 60 000 unità nel totale dei 28 stati membri dell’Unione, passando da 477 000 del 2009 a 417 000 del 2018. Questa buona notizia non deve però distrarre dall’altro dato denunciato dal rapporto: la concentrazione del particolato fine nell’aria respirata dal 77% dei cittadini europei è superiore ai limiti di sicurezza fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità [Le Monde]
6 Aggiornamenti COVID-19
× Lunedì sono stati pubblicati i primi risultati di efficacia per il vaccino sviluppato da AstraZeneca insieme all’Università di Oxford. Apparentemente l’efficacia maggiore, circa il 90%, è stata registrata tra i soggetti che hanno ricevuto mezza dose alla prima iniezione e un’intera dose solo al richiamo. Ma il gruppo su cui è stata calcolata è troppo piccolo e non include persone sopra i 55 anni. Gli scienziati e gli investitori sono perplessi e la compagnia probabilmente ripeterà lo studio, senza però ritardare la richiesta di autorizzazione alle agenzie del farmaco [The Guardian]
× Come funziona la sperimentazione di un vaccino? Come si verifica la sua sicurezza? Un’intervista ad alcuni partecipanti e una riflessione sui meccanismi di compensazione per i danni da vaccino e su come questi influiscono sul loro prezzo [Five Thirty Eight]
× L’Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia l’uso di remdesivir per COVID-19 [The British Medical Journal]
× Tre nuovi studi rinforzano l’ipotesi che la mutazione nota con il nome di 614G, rilevata per la prima volta all’inizio di gennaio nella Cina orientale, potrebbe aver reso il virus più capace di infettare gli esseri umani e la pandemia più difficile da contrastare [The New York Times]
[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 30 ottobre 2020]
Non potrebbe apparire più urgente che in questo momento storico la necessità di strutture e processi che garantiscano l’accesso dei politici alla conoscenza scientifica e tecnologica, soprattutto quando questa è in evoluzione e presenta aspetti su cui non c’è consenso unanime fra gli esperti.
Il caso della tecnologia 5G è particolarmente ricco di spunti e ci ha permesso di confrontare l’esperienza del Parlamento italiano con quella del Parlamento britannico, grazie alla testimonianza di Lorna Christie, consulente presso il Parliamentary Office for Science and Technology (POST), l’ufficio di consulenza scientifica al servizio del Parlamento britannico da oltre 30 anni, e autrice del documento pubblicato dal POST sul 5G. Il dibattito ha inoltre beneficiato del contributo di tre scienziati, Alessandro Armando dell’Università di Genova, Angela Benedetti dello European Center for Medium-Range Weather Forecasts e Alessandro Vittorio Polichetti dell’Istituto Superiore di Sanità, che ci hanno permesso di capire la complessità di alcuni rischi posti dallo sviluppo della nuova generazione di comunicazioni mobili e dunque di apprezzare la portata della sfida normativa e politica che i Parlamenti di tutto il mondo stanno affrontando. Continua a leggere La consulenza scientifica al Parlamento: il caso del 5G
[pubblicato originariamente su Scienza in rete il 18 luglio 2018]
La copertina dell’ultimo numero di Science è dedicata a una importante scoperta realizzata da quindici osservatori, sulla Terra e nello spazio: un neutrino, rilevato dall’esperimento IceCube in Antartide il 22 settembre 2017, sarebbe stato emesso da un blazar, una galassia attiva con al centro un buco nero supermassiccio, distante 4,5 miliardi di anni luce dal nostro Pianeta. Potrebbe trattarsi del primo esempio di neutrino multimessenger astronomy, che sfrutta, come nel caso delle onde gravitazionali, diversi tipi di segnale per identificare un evento astronomico. La scoperta potrebbe aprire la strada verso la comprensione dell’origine dei raggi cosmici, una pioggia di protoni e altri nuclei di alta energia che investono la superficie terrestre. Nell’immagine: il laboratorio IceCube sotto le stelle, 2013. Credit: Felipe Pedreros, IceCube/NSF.
NUOVI E VECCHI VACCINI
Da mesi la Repubblica Democratica del Congo è alle prese con un’epidemia di poliomielite, causata da un virus di tipo 2 derivato dal vaccino trivalente somministrato nella regione per via orale. A causa della scarsa copertura vaccinale, infatti, i virus attenuati contenuti nel vaccino hanno accumulato mutazioni e riacquisito la loro virulenza. A oggi sono 29 i bambini paralizzati. Per far fronte all’emergenza l’OMS ha introdotto nella regione un vaccino monovalente che contiene il solo virus di tipo 2 in forma attenuata. Il medicinale verrà somministrato per via orale solo intorno ai casi segnalati. Resta tuttavia difficile raggiungere le persone che ne hanno bisogno, a causa della mancanza di infrastrutture adeguate.[Scienza in rete; Anna Romano]
Le autorità sanitarie brasiliane sono in stato di allerta: in 312 città del Paese la percentuale di bambini sotto i 5 anni vaccinati contro la poliomielite è inferiore al 50% e in alcuni comuni non supera il 2%. Il timore è che la malattia ricompaia oltre vent’anni dopo l’eradicazione, dichiarata nel 1994 (ultimo caso registrato nel 1989). Anche la copertura vaccinale contro il morbillo è pericolosamente bassa, soprattutto al nord, dove sono stati registrati 450 casi e 2 vittime. Il problema è principalmente la scarsa diffusione e apertura dei centri vaccinali, che spesso osservano orari incompatibili con la vita di genitori lavoratori. Ma anche il movimento anti-vaccinista comincia ad avere un ruolo, seppure meno preoccupante rispetto a quanto accade in Europa e Stati Uniti. [Le Monde; Claire Gatinois]
Stanno generando una cauta soddisfazione tra gli esperti i risultati dello studio clinico APPROACH, che ha testato diverse combinazioni di vaccini anti-HIV già esistenti su 393 soggetti sani in 12 centri clinici situati nell’Africa orientale, in Sudafrica, Tailandia e USA. Lo studio di fase 1/2a, con randomizzazione multicentrica, è stato condotto in doppio cieco e con un braccio placebo. Tutti i soggetti che hanno ricevuto il vaccino hanno manifestato una qualche forma di risposta immunitaria. Sulla base di questi risultati sarà iniziato uno studio di fase 2b (“Imbokodo”) su 2 600 giovani donne africane. Guido Poli, dell’Università Vita-Salute San Raffaele, commenta i risultati pubblicati su The Lancet il 6 luglio scorso. [Scienza in rete; Guido Poli]
MACHINE LEARNING
Un articolo, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Toxicological Sciences, riaccende il dibattito sulla possibilità che il machine learning possa sostituire i test su animali nel valutare la tossicità dei prodotti chimici. Un gruppo di ricercatori guidati da Thomas Hartung della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha sviluppato un software in grado di eseguire 10 test di tossicità su circa 10 000 prodotti chimici con risultati più robusti rispetto a quelli ottenuti con i test su animali. Il software è basato su un imponente database di risultati di test di tossicità raccolto dalla European Chemicals Agency e utilizza il metodo del read-across: basandosi sulla somiglianza tra le strutture chimiche dei nuovi prodotti con i vecchi prodotti, sfrutta i risultati dei test già esistenti. Il software verrà commercializzato da una compagnia privata, ma i dati saranno resi disponibili agli altri ricercatori. Uno sforzo simile è quello che sta portando avanti il comitato ICCVAM dei National Institutes of Health, che presto pubblicherà un computational consensus model ottenuto dalla collaborazione di 12 team di ricercatori durante un recente workshop. [Nature; Richard Van Noorden]
Negli Stati Uniti l’età media della diagnosi di disturbo dello spettro autistico è 4 anni, mentre potrebbe essere effettuata intorno ai 2 anni. Questo ritardo è dovuto in parte alla natura della malattia (dai sintomi molto eterogenei) e in parte alla difficoltà di ottenere velocemente un appuntamento con uno specialista nelle cliniche dedicate. A cambiare le cose potrebbe essere, ancora una volta, il machine learning e in particolare il deep learning. La sua caratteristica distintiva è quella di cogliere schemi che l’occhio umano faticherebbe a riconoscere e in particolare di individuare gruppi di differenze nel comportamento dei bambini malati rispetto ai sani, piuttosto che singole differenze. Ma occorre cautela. Prima di tutto perché è ancora molto difficile raccogliere campioni di dati sufficientemente grandi e significativi (sia dati sul comportamento che sulla struttura del cervello). E in secondo luogo non è affatto scontato che, se questi algoritmi fossero messi alla prova fuori dai laboratori, sarebbero in grado di cogliere le sfumature spesso sottili che caratterizzano questa condizione. [The Atltantic; Jeremy Hsu e SPECTRUM]
RICERCA E SOCIETÀ
L’11 luglio scorso, nell’illustrare le sue linee programmatiche alle commissioni competenti di Camera e Senato, il nuovo Ministro dell’istruzione, università e ricerca Marco Bussetti ha dichiarato l’intenzione di costituire un’Agenzia Nazionale della Ricerca, che svolga una funzione di stretto coordinamento tra gli Enti Pubblici di Ricerca, sul modello di quella proposta dal Gruppo 2003. Le sue dichiarazioni hanno destato più di una perplessità tra i membri del Gruppo. L’agenzia che il Gruppo 2003 propone da diversi anni dovrebbe avere il compito di supervisionare la distribuzione dei fondi destinati alla ricerca competitiva e non gli indirizzi scientifici degli Enti. Come dice Pietro Greco su Il Bo Live, gli Enti cui fa riferimento il Ministro hanno nature molto diverse tra loro: ci sono quelli che si occupano solo di ricerca di base, quelli specializzati in certi settori e con vocazione fortemente internazionale, infine quelli che offrono servizi tecnici altamente specializzati di supporto per le istituzioni e la politica. [Il Bo Live; Pietro Greco]
I criteri di valutazione basati sulla bibliometria penalizzano la ricerca biologica al banco, che di conseguenza riceve finanziamenti insufficienti. Nel nostro Paese, spiega il microbiologo dell’Università di Bologna Davide Zannoni, questo ha causato una migrazione verso la ricerca “in silico”, che si è rivelata più produttiva e veloce nella generazione di dati e quindi di pubblicazioni. Per salvare la ricerca biologica al banco in Italia c’è bisogno di un’inversione nella politica degli investimenti per la ricerca di base e un cambio dei criteri di valutazione dei ricercatori. [Scienza in rete; Davide Zannoni]
Le discipline scientifiche e tecnologiche hanno molto successo su YouTube. Si moltiplicano i canali dedicati a questo argomento, ma sono ancora una minoranza quelli gestiti da donne. Colpa dei commenti lasciati dagli utenti, secondo uno studio condotto da Inoka Amarasekara e Will Grant del Centre for the Public Awareness of Science presso la Australian National University. Dopo aver analizzato 23 0000 commenti, i due ricercatori hanno constatato che quelli riguardanti l’aspetto fisico sono il 4,5% per i canali gestiti da donne contro l’1,4% degli uomini. I commenti sessisti o di natura sessuale sono il 3% per le donne e solo lo 0,25% per gli uomini. I risultati, pubblicati sulla rivista Public Understanding of Science, confermano le conclusioni ottenute da uno studio del 2014, che aveva analizzato i commenti diretti ai TED Talks. [The New York Times; Adrianne Jeffries]
[pubblicato originariamente su Scienza in rete l’11 luglio 2018]
Il 27 giugno scorso la sonda Hayabusa 2 dell’agenzia spaziale giapponese JAXA ha finalmente raggiunto l’asteroide Ryugu, dopo un viaggio durato quasi due anni e mezzo. Ryugu appartiene alla famiglia dei near-Earth asteroids, asteroidi la cui orbita può portarli in prossimità della Terra. Hayabusa 2 ne studierà la morfologia e la composizione, sia superficiale che interna, grazie ai prelievi di materiale che effettuerà a partire dall’autunno. Le prime indagini saranno realizzate lanciando dei proiettili sulla superficie in modo da sollevare polveri e raccoglierle a bordo della sonda. Successivamente verranno depositati sull’asteroide quattro rover saltellanti che raccoglieranno immagini e misure di temperatura. Nell’immagine: una rappresentazione pittorica della sonda Hayabusa 2 (credit: Go Miyazaki / Flickr, licenza: CC BY 2.0) sovrapposta a una panoramica di Ryugu catturata lo scorso giugno (credit: JAXA, University of Tokyo and collaborators), in cui sono già ben visibili molte caratteristiche superficiali (crateri, grossi macigni, ecc.) dell’asteroide. L’insolita forma e la rapida rotazione del corpo celeste, completata in 7 ore e 38 minuti, lo rendono ancora più interessante per i planetologi.
NUOVE E VECCHIE DROGHE
Tra il 2015 e il 2017 è stato registrato un aumento del 5% nel numero di persone che hanno fatto ricorso a smart drugs nei 12 mesi precedenti. È questo, sinteticamente, il risultato del Global Drug Survey condotto nel 2017 a cui hanno risposto oltre 23 mila persone. Le smart drugs (farmaci prescritti per uso non medico allo scopo di aumentare la concentrazione e le performance cognitive) considerate nel sondaggio sono quelle utilizzate nei casi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), come Adderal o Ritanil, medicine per i disturbi del sonno, come il Modafinil, e anche sostanze illegali come la cocaina. I Paesi interessati dallo studio sono 15. Quelli in cui l’aumento del consumo tra 2015 e 2017 è stato maggiore sono la Francia, dal 3% al 16%, e il Regno Unito, dal 5% al 23%. In termini assoluti però, sono gli Stati Uniti a guidare la classifica, con il 30% dei rispondenti che affermano di aver utilizzato smart drugs negli ultimi 12 mesi. Una delle possibili cause sarebbe l’aumento delle diagnosi di ADHD soprattutto negli USA. [Nature; Arran Frood]
Omero lo definiva una “sostanza meravigliosa”, oggi i suoi derivati uccidono decine di migliaia di cittadini statunitensi ogni anno. Si tratta dell’oppio ottenuto dalle capsule immature del Papaverum Somniferum, da cui si estraggono droghe come l’eroina e medicinali come il fentanyl, l’ossicodone e l’idrocodone. Le morti per overdose da oppioidi negli Stati Uniti nel 2017 hanno superato le vittime della guerra in Vietnam e hanno causato una diminuzione dell’aspettativa di vita non osservata in nessun altro Paese sviluppato. Al contrario delle altre sostanze stupefacenti che hanno causato ciclicamente ondate di morti, l’epidemia degli oppioidi è arrivata in silenzio, grazie alle prescrizioni dei medici e alle strategie di un sistema sanitario che invece di offrire assistenza accessibile alle fasce di popolazione più deboli ha reso disponibili a prezzi irrisori questi farmaci. Salvo poi accorgersi di aver creato un esercito di tossicodipendenti e interrompere di colpo le forniture spingendoli verso il mercato nero. [New York Magazine; Andrew Sullivan]
È stato presentato il 26 giugno scorso al Senato il IX libro bianco sulle droghe, contenente un’analisi della legislazione, dei servizi sanitari e della ricerca scientifica sul consumo di sostanze stupefacenti in Italia. A dicembre 2017 circa il 35% delle persone nelle carceri italiane era detenuto per violazioni del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti del 1990 (principalmente per detenzione a fini di spaccio). I servizi sanitari sono ancora progettati pensando a un numero ristretto di utilizzatori altamente problematici e a una vasta platea di consumatori occasionali. Questa visione è ormai superata, la realtà è molto più diversificata e i comportamenti del singolo verso le droghe subiscono numerose oscillazioni nel tempo. Infine le associazioni che hanno redatto il libro bianco (Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA e Associazione Luca Coscioni) rilevano una quasi totale polarizzazione della ricerca verso gli aspetti farmacologici e neuroscientifici, a scapito di quelli psicosociali che invece indagano le ragioni del consumo. [La società della ragione; Redazione]
AMBIENTE
È iniziato il 9 luglio a San Francisco il processo contro la multinazionale di biotecnologie agrarie Monsanto. Si tratta del primo caso di un paziente oncologico, DeWayne Johnson, che porta in giudizio la Monsanto con l’accusa di aver nascosto per oltre 20 anni la cancerogenicità dei suoi prodotti a base di glifosato, il più famoso dei quali è il Roundup. Johnson, un ex giardiniere di 46 anni padre di tre figli, ha ricevuto la diagnosi di linfoma non-Hodgkin quattro anni fa e nel 2016 ha fatto causa alla Monsanto. Secondo i medici gli restano pochi mesi di vita. Sono più di 4000 i cittadini statunitensi che affermano che il Roundup li ha fatti ammalare e sono intenzionati a procedere legalmente. [San Francisco Chronicle; Peter Fimrite ]
Nonostante le precauzioni, la conformazione geografica e l’inasprirsi degli eventi meteorologici estremi potrebbero spiegare l’elevato numero di vittime delle alluvioni in corso in Giappone. Ogni anno l’arcipelago viene colpito in media da sei tifoni tra luglio e novembre. Ma quest’anno le piogge hanno battuto tutti i record: nella regione centro occidentale sono stati registrati livelli da record in 110 punti di osservazione per 72 ore consecutive intorno alla giornata di domenica. Il territorio giapponese è coperto per il 70% da montagne e colline e molte case, soprattutto in campagna, sono costruite secondo la tradizione utilizzando legno anche nelle fondamenta. Questo le rende molto più vulnerabili alle frane. Inoltre il sistema di allarme, per quanto diffuso, non è efficiente perché affidato alle autorità locali che spesso sono impreparate a gestire l’emergenza e si scontrano con una certa inerzia della popolazione a prendere sul serio gli ordini di evacuazione. Forse anche a causa del cambiamento climatico, che la mette di fronte a situazioni del tutto nuove in cui l’esperienza passata è quasi inutile. [Japan Times; AFP-JIJI]
Sotto le pressioni del governo francese la Sanofi Chimie, la divisione chimica della grande azienda farmaceutica, ha interrotto la produzione della sua fabbrica di Mourenx, nella regione dei Pirenei atlantici. Il motivo è un rapporto realizzato ad aprile dall’agenzia regionale per l’ambiente che ha rilevato livelli di bromopropano scaricati in mare 190 000 volte superiori a quelli consentiti (380 000 mg/m3 contro i 2 mg/m3 permessi). Il bromopropano, una sostanza ritenuta cancerogena, mutagena e reprotossica, viene emesso durante la produzione del valproato di sodio, il principio attivo del Depakine, un farmaco antiepilettico già al centro di un altro scandalo. I bambini esposti in utero al Depakine, infatti, hanno un rischio aumentato di sviluppare disturbi mentali e del comportamento. La Sanofi assicura che gli operai di Mourenx e la popolazione circostante non corrono alcun rischio di salute, ma l’agenzia regionale per l’ambiente ribatte che finché la compagnia non avrà dimostrato di intervenire incisivamente la fabbrica rimarrà chiusa. [Le Monde; Stéphane Mandard]
RICERCA E SOCIETÀ
Alla fine la risoluzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per promuovere l’allattamento al seno è stata approvata durante i negoziati in corso a Ginevra, nonostante l’ostruzionismo degli Stati Uniti. I delegati statunitensi, infatti, hanno minacciato l’Ecuador e altri Paesi africani di imporre sanzioni commerciali e ritirare aiuti militari se avessero appoggiato la risoluzione. In molti ritengono che il motivo dell’opposizione sia da ricercare nella volontà di proteggere gli interessi delle grandi società che producono cibo per neonati e bambini, per un giro di affari di 70 miliardi di dollari l’anno. Le prove scientifiche in favore dell’allattamento al seno, rispetto a quello con latte artificiale, sono ormai numerose. L’ultimo studio sul tema è stato pubblicato su The Lancet nel 2016 e ha mostrato che il latte materno eviterebbe 800 mila morti all’anno e produrrebbe un risparmio di 300 miliardi di dollari in termini di costi sanitari. [The New York Times; Andrew Jacobs]
Una delegazione triestina è a Tolosa da lunedì per partecipare a ESOF 2018, l’ottava edizione dello EuroScience Open Forum. Il capoluogo giuliano ospiterà l’evento nel 2020. Obiettivo di ESOF è creare le condizioni per un incontro proficuo tra scienziati, politici, innovatori, industrie e cittadini. Il motto dell’edizione 2018 è “Sharing science: towards new horizons”. Venerdì, a chiusura dell’evento, ci sarà il passaggio del testimone al team di Trieste, che in 45 minuti descriverà l’impronta che intende dare alla nona edizione. « Ci interessa in particolare valutare quanto gli eventi saranno fruibili e accessibili, perché uno dei grandi obiettivi di ESOF 2020 è di diventare uno dei motori per far crescere il peso dato dall’opinione pubblica alla cultura, alla ricerca e alla scienza nell’affrontare le nuove sfide che ci attendono in futuro», ha dichiarato Bruno Della Vedova, vice presidente della ‘Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze’ e programme manager di ESOF 2020. [Il Piccolo; Giulia Basso]
Dei farmaci oncologici approvati tra il 2003 e il 2013 negli Stati Uniti e in Europa 1 su 3 (il 30%) non ha alcun beneficio sulla sopravvivenza e 1 su 5 (il 20%) non migliora né la qualità della vita né la sicurezza. Un bilancio non esaltante secondo Italo Portioli, primario presso l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e bioeticista, che riassume i risultati della valutazione di efficacia delle nuove terapie oncologiche a partire dallo studio pubblicato a fine 2016 sulla rivista JAMA Oncology. Lo studio, seppure presentando dei limiti, spinge a porsi due domande. La prima: perché 16 farmaci, privi di qualsiasi efficacia, sono entrati nella pratica terapeutica oncologica? La seconda: perché i risultati di questo studio hanno avuto così poca risonanza? [Scienza in rete; Italo Portioli]